Lady Diana te la ricordi soprattutto in due momenti. Il primo è quello del fidanzamento e del matrimonio con il Principe Carlo, la favola dei nostri tempi con tanto di teste coronate, carrozze trainate da pariglie di bellissimi cavalli, cattedrali antiche come il Regno, telegiornali in tutte le lingue che diventano rotocalchi da parrucchiere.
Il secondo è quello dei giorni frenetici che precedettero la sua scomparsa. Misteri di stato, gossip e breaking news, di nuovo sui rotocalchi ma stavolta con un principe diverso, Dodi al Fayed erede di una dinastia esotica e di Harrods, il popolo da una parte, le teste coronate dall’altra. E quella corsa maledetta sull’ultima carrozza, questa volta a motore, sotto quell’ultimo ponte a Parigi.
Nel mezzo, lunghi anni di sofferenze come dicono che possano soffrire soltanto i ricchi e famosi. Nessuno ripensa più a quelli, sono materia di libri di storia, e non fanno né gossip, né glamour, né mistery. La Principessa Triste ce la ricordiamo soltanto negli anniversari, e frettolosamente ripercorriamo la sua storia sintetizzata e compressa tra una promessa di matrimonio pronunciata a Sandringham, il palazzo dov’era nata e dove adesso il principe azzurro Charles Windsor la chiedeva come moglie e regina d’Inghilterra, e un’altra promessa di matrimonio probabilmente pronunciata – non lo sapremo mai, ma lo sospetteremo sempre – nelle ore frenetiche e fuggiasche che precedettero lo schianto nel tunnel parigino dell’Alma.
Ai due estremi, fotogrammi patinati di lei, la principessa raggiante (il cui volto rivediamo continuamente in quello del figlio William, che un giorno sarà re) che andava a sposarsi a Saint Paul tra due ali di folla e la principessa di nuovo raggiante che andava a schiantarsi sul Lungosenna per sfuggire ai paparazzi. Quelli ce li abbiamo impressi nella memoria, così come i due brani che abbiamo scelto oggi e che sono famosi come la principessa la cui favola hanno cantato come neanche i Fratelli Grimm avrebbero saputo fare.
Cantato o compianto, come nel caso di Candle in the Wind che l’amico Elton John riadattò per il suo funerale riscrivendo il testo che da giovane aveva dedicato a Marylin Monroe, altra principessa del popolo dei nostri tempi. Lo trovate in allegato all’articolo che oggi ricorda Lady Diana Spencer.
Il brano del giorno è questa Lady Di, composta dall’allora re dell’easy listening, il pianista francese Philippe Robert Louis Pagès, in arte Richard Clayderman. Nel 1982 la futura regina stava per dare alla luce l’erede al trono, e la vita doveva ancora sembrarle – come sembrava a tutti noi – una incredibile favola.
Dopo di allora, di easy avrebbe vissuto ben poco, fino alla fine.
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