(Nella foto, staff tecnico e squadra festeggiano con i tifosi, di Andrea Martini)
Dopo il passaggio del turno ai quarti di Conference League, la Fiorentina torna in campo, ancora al Franchi, nella gara contro la rivale di sempre Juventus.
Nei giorni precedenti momenti di grande difficoltà per la città e le zone limitrofe, per le condizioni meteo avverse, con allagamenti e disagi per la popolazione, possibile rischio rinvio, ma per fortuna almeno nel capoluogo tutto rientra, con la conferma del regolare svolgimento.
L’orario previsto delle 18.00, ma già nelle prime ore del pomeriggio, le zone adiacenti lo stadio, sono una marea di tifosi gigliati, il colore viola domina in tutte le strade con maglie, sciarpe, bandiere, striscioni.
Alla vigilia la Curva Fiesole annuncia una coreografia, ormai un rituale ogni anno, con i preparativi dei gruppi organizzati, diverse ore prima dal fischio d’inizio.
Intorno alle 17.00, l’intero impianto conferma i dati, sold out con 22.623 spettatori, pochi nel settore ospiti, per una contestazione verso la squadra.
All’ingresso delle due squadre sul terreno di gioco, sul cartellone scorrono le immagini del compianto dirigente viola scomparso circa un anno fa, Jo Barone, in tribuna presente tutta la famiglia, dalla Curva parte un coro a lui dedicato, con un lungo applauso, le squadre al centro area, osservano un minuto di raccoglimento.
Dopo il toccante ricordo, la Curva Fiesole svela la coreografia, in questo caso con l’ironia di sempre, un muro di bandierine viola bianco e rosso, con una scritta eloquente, in linea con la rivalità storica, la giusta carica per l’ambiente e di quanto sia sentita la sfida.
Il tecnico Palladino conferma modulo e quasi l’intero gruppo della gara europea, con l’eccezione di Pablo Marì al posto di Comuzzo. Si parte con il 3-5-2, De Gea tra i pali, Pongracic, Mari, Ranieri, Dodo, Mandragora, Cataldi, Fagioli, Gosens, Kean, Gudmundsson.
Buon ritmo già nei primi minuti, con foga agonistica ed interventi da una parte e dall’altra, ma il primo cartellino per Mari, al primo fallo su Kolo Muani.
Al 15esimo il vantaggio dei padroni di casa, corner battuto da Cataldi, pallone che carambola in area e arriva sul sinistro di Gosens, che con una gran tiro trova l’angolino, alla sinistra del portiere Di Gregorio.

Robin Gosens, autore della prima rete, di Paolo Giuliani
Dopo tre minuti arriva il raddoppio, sponda di Kean per Gudmundsson che allunga a Fagioli, l’ex di turno lancia con un perfetto assist Mandragora, che con il sinistro trova l’angolo della porta, esplode il Franchi per il micidiale uno-due.

Rolando Mandragora, autore seconda rete, di Paolo Giuliani
Il centrocampista viola si porta sotto la tribuna per dedicare la rete a Jo Barone, indicando la sua famiglia.

Mandragora sotto la tribuna, dedica la rete a Jo Barone, di Andrea Martini
Gli ospiti provano una reazione, senza precisione, la difesa gigliata fa buona guardia, il portiere De Gea quasi spettatore, l’ex viola Nico Gonzalez subissato di fischi ad ogni tocco del pallone.
Diversi interventi bianconeri non ravvisati dall’arbitro di turno Fabbri, che estrae il primo giallo verso gli ospiti al 45esimo, nei confronti di Locatelli per fallo su Gosens. Dopo un minuto di recupero si va all’intervallo.
La ripresa inizia con i cori verso Batistuta, il goleador beniamino da sempre, presente al Franchi, accanto a Giuseppe Rossi, insieme il prossimo sabato nella gara, che celebra appunto Pepito Rossi.
Nel frattempo si riparte con i viola ancora propositivi, ma decisivo Ranieri che respinge un tiro di McKennie in area. Al 52esimo lancio di De Gea per Kean, che aggancia e di destro manda fuori dalla porta.
Un minuto dopo splendida azione, con Fagioli che libera Gudmundsson sulla trequarti, l’islandese con il pallone tra i piedi avanza, dal limite dell’area fa partire un destro perfetto che gonfia la rete alla destra del portiere bianconero. Il tripudio del Franchi incontenibile, la rete, per il 3 a 0 sotto il settore occupato della Curva Fiesole.

Albert Gudmudsson festeggia il goal realizzato, di Andrea Martini
Il tifo si alza sempre più forte, da ogni settore la spinta con cori e applausi, fischi per Gonzalez, gli ospiti tramortiti, in balia del gioco della Fiorentina.
Al 58esimo altra incursione e rete di Kean, annullata per fuorigioco, il boato si ferma in gola, ma le azioni di bel gioco fanno stropicciare gli occhi, Fagioli si destreggia tra avversari, Gosens chiude in difesa, applausi a scena aperta per i giocatori in campo.
Nervosismo con qualche battibecco, Ranieri e Weah entrambi ammoniti. Al 74esimo ancora una bella azione con Mandragora per Kean, il centravanti con un destro sfiora la porta.
Al 78esimo i primi cambi per i viola entrano Comuzzo e Beltran per Ranieri e Gudmudsson, tutti in piedi e standing ovation per l’islandese.
Nella parte finale ancora interventi non ravvisati dall’arbitro, con Mandragora a terra, Kolo Mari si trova davanti De Gea, ma provvidenziale Mari che allontana.
All’85esimo esce tra gli applausi Fagioli per Folorunsho. Il tifo si scatena con cori ironici, esorta Thiago Motta ad inserire l’ex Vlahovic, che osserva dalla panchina, la ola ad ogni passaggio, per proseguire con il “pallone e quello giallo” a dimostrazione della superiorità in campo.
All’89esimo le ultime sostituzioni con l’ingresso di Zaniolo e Adli al posto di Kean e Cataldi. Dopo due minuti di recupero, il triplice fischio dell’arbitro, con il tripudio del Franchi, nell’entusiasmo generale.
La festa incontenibile prosegue per diversi minuti, con tutto lo staff tecnico, compreso mister Palladino e la squadra, che lancia palloni, canta e saltella con i tifosi, una serata spettacolare, una gara perfetta mai in discussione.
Nella settimana che doveva essere di sconvolgimenti e rivoluzioni alla guida, chiamati a gran voce dai media locali, in caso di risultati negativi, arrivano due prove importanti, che certificano l’unione del gruppo, la compattezza con il tecnico, e rimettono in carreggiata tutta la stagione.
La vittoria netta contro la Juventus, candidata allo scudetto qualche settimana fa, certifica il merito del tecnico, che dopo aver recuperato giocatori importanti, sta esaltando le caratteristiche fisiche e tecniche dei singoli, con la convinzione di poter fare coesistere diversi moduli (come ha sempre dichiarato, ndr), e la duttilità nelle diverse gare.
Una prestazione che premia tutta la squadra, dai reparti ai singoli, con diversi protagonisti che hanno fatto la differenza.
Il portiere De Gea spettatore che controlla senza pericoli, un paio di volte si propone come assist man, la difesa impeccabile con Pablo Mari che zittisce gli scettici, con una prova di spessore, senza essere condizionato dalla ammonizione in avvio di gara, Ranieri chiude un paio di incursioni con grande sicurezza, Pongracic contrasta senza subire gli avversari, Dodo sulla destra spinge sulla corsia senza risparmiarsi.

Luca Ranieri e Pablo Mari, difensori viola, di Andrea Martini
In mediana Cataldi controlla e manovra, perfetto il corner dal quale arriva il vantaggio.
Infine in evidenza coloro che indirizzano e decidono la gara con doti di grande qualità. Difficile decidere un podio, tra gli interpreti del successo finale, partiamo dal primo realizzatore, Robin Gosens, che sblocca la gara, un trascinatore, leader della squadra, un capitano senza fascia che sprona e aiuta i compagni, carattere e tecnica da vendere.
Il centrocampista Mandragora, che si ripete in pochi giorni con la seconda rete, partito da gregario, dimostra di far parte della mediana, titolare con una ottima prova a tutto campo.
Classe enorme e doti tecniche, perno inamovibile del tecnico, l’ex bianconero Nicolò Fagioli, due assist vincenti, con azioni pregevoli di qualità per gli amanti del calcio.
Tra i migliori anche se non risulta nel cartellino dei marcatori, il centravanti Moise Kean, altro ex di turno passato nelle fila dei viola, un punto di riferimento per la squadra, non si risparmia, vince i duelli con gli avversari, ci prova in ogni occasione, partecipa alla seconda rete, un giocatore fondamentale del reparto offensivo.
Al pari del centravanti citato, il compagno di reparto Albert Gudmundsson, dopo un periodo fermo per infortunio, finalmente il giocatore ammirato e ritornato ai suoi livelli, un protagonista con grandi potenzialità che sarà determinante nel finale di stagione, porta a 8 le sue reti stagionali, una media goal molto alta, considerando i minuti giocati.
Una serata magica, sognata, inimmaginabile oltre le più rosee aspettative, vissuta in ogni singolo attimo, nell’estasi di un finale travolgente.
Una partita di diritto, nella storia della Fiorentina, perché come da sempre con la “nemica” storica, non sarà mai una gara come le altre.
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