(Nella foto squadra festeggia una vittoria, di Andrea Martini)
Il 25 maggio si è concluso il campionato 2024/25, con i verdetti finali che hanno decretato lo scudetto, le partecipanti alle competizioni europee, le retrocessioni nella serie cadetta.
Come l’ultimo giorno di scuola, con un po’ di nostalgia, a ritroso ripercorriamo il cammino della squadra viola, tra successi, speranze, delusioni, amarezze, polemiche, contestazioni ed epilogo inatteso ed inimmaginabile.
Ci sembra opportuno fare un piccolo passo indietro, nel maggio del 2024, quando dopo la sconfitta della finale di Conference League, ad Atene contro il modesto Panathinaikos, termina il triennio del tecnico siciliano Vincenzo Italiano.
I primi di giugno i dirigenti presentano il nuovo tecnico alla guida della squadra, sulla panchina arriva Raffaele Palladino, allenatore emergente proveniente dal Monza.
La campagna acquisti che, come al solito termina a campionato iniziato, porta una vera rivoluzione con undici nuovi giocatori (Valentini argentino opzionato a gennaio, Richardson, Pongracic, Kean, De Gea, Colpani, Adli, Moreno, Gudmundsson, Gosens, Bove, Cataldi), che vanno ad incrementare una nutrita rosa.
Al gruppo si aggiungono i ragazzi della Primavera, anche del precedente anno, per valutare la loro permanenza, o le soluzioni più ottimali per valorizzarli.
La stagione parte nella calura della torrida estate, per l’esattezza il 17 agosto, con la prima trasferta con la neo promossa Parma, il cui risultato è un pari ottenuto con una rete su punizione.
L’esordio dei play off in Conference è il 22 agosto, con il Puskas Akademy, gli ungheresi più in forma dei viola, al Franchi si portano sul 2 a 0, la rimonta dei viola sul 3 a 2, viene vanificata nei minuti finali con il pari dei magiari.
Il ritorno in Ungheria la settimana successiva un’autentica sofferenza per i gigliati, che passano dopo i tempi supplementari (in 9 per le espulsioni di Ranieri e Comuzzo per doppia ammonizione, ndr), ed i rigori, un super De Gea portiere spagnolo, ex Manchester in evidenza, mostra anche dopo un anno di inattività, classe e doti di grande livello.
La competizione europea prosegue con il maxi girone ad ottobre, con un nuovo format, che prevede la sfida con sei squadre diverse, in una classifica generale che porta agli ottavi le prime 8 classificate.
La squadra in campionato in fase di assemblaggio, in cerca della giusta quadratura, mostra ancora qualche limite, con il pari ottenuto in casa con il Monza e la sconfitta a Bergamo contro l’Atalanta dopo un ottimo primo tempo.
La svolta mentale e anche tecnica arriva con la gara in casa contro la Lazio, il 22 settembre, dai mugugni all’entusiasmo, una vittoria in rimonta, prologo di un periodo di successi consecutivi, che portano i ragazzi di Palladino a far parte di diritto della storia viola.
Il pari in trasferta con l’Empoli, il successo nella prima di Conference con i gallesi del The New Saints, e la cavalcata vincente di otto vittorie consecutive in campionato con Milan, Roma, Verona, Cagliari in casa, Lecce, Genoa, Torino, Como, in trasferta da 6 ottobre all’8 dicembre, eguagliano la stagione 1959/60, 31 punti ottenuti, miglior punteggio con i 3 punti in palio.
Due mesi straordinari, compreso il successo con gli svizzeri a San Gallo, la sconfitta inattesa con i ciprioti dell’Apoel, che ferma a sette le vittorie consecutive, ma il successo con i ciprioti del Pafos portano nove punti, il sesto posto e la matematica certezza almeno dei play off, facendo parte delle 24 squadre.
In questo turbinio di entusiasmo di una stagione che si indirizza verso splendidi scenari, tutto si capovolge con momenti di terrore e paura al Franchi, durante la gara contro l’Inter, il primo dicembre.
Il giocatore viola Edoardo Bove, classe 2002, si accascia a terra sul terreno di gioco. Primi soccorsi in campo ed in ambulanza, giocatori sconvolti in lacrime, la corsa in ospedale, gli spalti ammutoliti e attoniti con tristi ricordi già vissuti, la gara come giusto, sospesa.
Il lieto fine per Edoardo, rivederlo in panchina il 23 dicembre, anche se con l’incertezza di un futuro in campo, almeno in Italia.
La società viola offre il massimo sostegno al giocatore, e con una delega offre la possibilità di far parte dello staff tecnico, in modo da essere accanto i compagni per tutta la stagione. In prestito dalla Roma, tornerà nella società capitolina a fine anno.
Il terribile momento vissuto da tutto l’ambiente, si ripercuote anche nella gara successiva, mercoledì 4 dicembre, ottavi di Coppa Italia contro l’Empoli tra le mura di casa.
La squadra non va altre il pari, e il passaggio al turno successivo, si decide con la lotteria di rigori a favore degli empolesi.
Come abbiamo scritto in precedenza, il successo arriva subito dopo con il Cagliari, con il record di vittorie, gara non bella ma decisa da Cataldi, altro romano proveniente dalla Lazio, determinante nel primo soccorso a Bove, con dedica speciale per il compagno.
Un dicembre che prosegue con la vittoria roboante (7 a 0) in casa in Conference con gli austriaci del Lask, ma anche di delusioni e difficoltà per il gruppo gigliato.
La trasferta a Bologna contro i felsinei, inizia con la triste notizia della scomparsa prematura della mamma del tecnico Palladino, che come normale non siede sulla panchina, al suo posto il secondo, Stefano Citterio.
La gara si risolve con la vittoria dei rossoblù, l’eccessivo entusiasmo spropositato dell’ex Italiano, pochi mesi prima in maglia viola, lascia strascichi e polemiche.
Il calo fisico con gare ravvicinate, si nota anche nella trasferta in Portogallo contro il Guimares, un pari che comunque evita i play off e proietta i viola agli ottavi, previsti a marzo.
L’ultima gara in casa dell’anno, si apre con la gioia del ritorno di Bove, sul terreno di gioco con la divisa dello staff tecnico, ma con l’inaspettata sconfitta, la seconda dopo due mesi straordinari, la nota positiva che il centravanti Kean, tocca il traguardo della doppia cifra di reti realizzate.
La domenica successiva, la sfida considerata mai come le altre, fuori casa con la nemica di sempre Juventus, appaiata in classifica a pari punti.
La sfida termina con un pari in rimonta per i viola nei minuti finali, festeggiata come una vittoria.
Il girone di ritorno si chiude con la sfida in casa contro il Napoli, squadra costruita per lo scudetto, libera da impegni infrasettimanali.
Un 3 a 0 per i partenopei, prevedibile per l’avversario superiore anche nelle seconde linee, ma che mette sul banco degli imputati il tecnico, reo di aver cambiato modulo, anche se il passivo, troppo pesante per quello visto in campo.
Gli errori individuali, il forfait di giocatori come Gudmundsson, le poche alternative ai titolari, qualche decisione arbitrale discutibile, porta la seconda sconfitta consecutiva tra le mura del Franchi.
Si chiude il girone di andata con un bilancio positivo, 32 punti, sesta in classifica, tanti i motivi per poter proseguire al meglio nella stagione, fino a questo momento con diverse soddisfazioni.
continua…
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