È quel periodo dell’anno in cui nevica, ci sono le canzoni di Natale, le cene, i regali…. No! Per i fan di Star Wars tutto questo è secondario. Per loro (e per me) Dicembre è il mese che ogni anno, da ormai tre anni a questa parte, ci regala un nuovo capitolo della saga che più amiamo.
È un regalo in anticipo e forse il migliore di tutti. Quest’anno è toccato al secondo capitolo della nuova trilogia, ambientata una trentina di anni dopo le vicende di episodio VI, e per questo capitolo le aspettative erano molto alte.
Faccio una premessa, in questo articolo, questa recensione, questa discussione, in qualunque modo la vogliate chiamare, non ci saranno spoiler sul film appena uscito nelle sale. Quindi procedete sicuri nella lettura e se vorrete tra un po’ di tempo ci sarà modo di parlarne più nel dettaglio, quando tutti avranno avuto modo di vedere il film al cinema. Detto questo, procediamo.
Fin da subito, dai primi trailers, era noto che questo nuovo capitolo avrebbe percorso nuovi sentieri, strade non ancora battute nella galassia lontana lontana. Il regista, Rian Johnson, ha cercato di unire quello che di classico, di familiare e di bello c’è nei film di Star Wars con qualcosa di completamente nuovo. Aveva preannunciato, come lo fa lo stesso trailer, che con l’ottavo episodio avremmo intrapreso strade tutte nuove e in direzioni non previste.
“Questa storia non andrà come tu pensi” – Luke Skywalker, Star Wars episodio VIII
Nel farlo il regista riprende temi anche molto maturi, come il bene e il male che si confondono (tema importantissimo già intravisto in Rogue One) in un grigio dai tratti confusi, le vecchie generazioni che fanno spazio alle nuove dandogli modo di crearsi un loro personale cammino, il tutto mostrato da punti di vista tutti nuovi, siano essi dei pianeti, siano essi dei personaggi o dei metodi narrativi, ma senza dimenticare tutti quei dettagli, grandi o piccoli che siano, tipicamente caratteristici dell’universo di Star Wars. Ritornano tutte le vecchie facce, umane, aliene, robotiche e non, per amalgamarsi in un cammino che ora più che mai si distacca e si protende verso il futuro. Con non pochi colpi di scena, aggiungerei.
Nessun capitolo aveva osato come Episodio VIII. Si spinge ben oltre l’orlo esterno, nelle regioni sconosciute e ne esce fuori vincente. Come ogni anno però c’è chi si sente in diritto di muovere critiche sterili anche, anzi soprattutto, quando non richiesto. C’è chi aveva paura di una innaturale presenza di troppe battute nella pellicola, ma dopo i primi 20 minuti, alle battute non ci si fa più caso e anzi, sono sempre piacevoli e mai di troppo. Perché mai di troppo? Beh, forse a molti fa comodo dimenticare che le battute sono sempre state presenti in ogni film di Star Wars, ebbene sì, anche nello storico Guerre Stellari del 1977, quando la Disney non avrebbe pensato ad acquisire la Lucasfilm nemmeno nei sogni più remoti.
“Una cosa è certa, diventeremo tutti magrissimi” – Han Solo, Star Wars episodio IV
Vi ricorda nulla? Proprio no? Una certa scena in cui in protagonisti sono di fronte a morte certa, violenta ciò non di meno, dentro un compattatore di rifiuti della Morte Nera e che se non fosse stato per il droide meglio assemblato della galassia lontana lontana, meglio noto come R2D2, l’impero avrebbe spazzato via la sua più grande minaccia in un colpo solo. Un colpo di sciacquone per la precisione. Eppure la battuta che fa Harrison Ford (aka Han Solo) è diventata storica, apprezzata da tutti e divenuta leggenda. Il problema dei nuovi capitoli, o meglio, il problema di certi vecchi spettatori, è che non riescono a lasciare andare via la nostalgia di quello che è stato, è che rimarrà per sempre lì, per poter apprezzare un ironia che è da sempre presente nei film della saga e che ora continua a far ridere le nuove generazioni. Questo passaggio generazionale, oltre che lezione di vita vera, è anche uno dei messaggi più forti che cerca di mandare questo film. Jedi, Sith, sono stati tutti grandi, e a turno hanno governato la galassia intera tanto erano potenti, ma è proprio per questo che i loro discendenti, di sangue o spirituali, adesso possono tracciare la loro strada.
Rey e Kylo Ren sono due giovani che hanno ereditato il potere più grande della galassia, e con esso il fardello della storia e del conflitto che da sempre imperversa tra lato oscuro e lato chiaro della Forza. Ma proprio qui risiede il loro fascino. Kylo Ren è forse il personaggio che da episodio VII in poi ha la crescita più marcata di tutti. È discendente di Anakin Skywalker, il prescelto della Forza, ne porta l’enorme peso sulle spalle, cercando di uscire dalla sua ombra, impresa tutt’altro che facile. Si ritrova a essere tentato sia dal lato oscuro sia dal lato chiaro, in modo se vogliamo anche più marcato di quanto non fosse successo al nonno. Stavolta però Jedi e Sith sono in procinto di estinguersi, e con essi la visione dualistica (e riduttiva) di bene e male. Proprio per questo il suo personaggio è un tornado di emozioni contrastanti e scelte confuse. Sarebbe stato facile creare dal nulla un nuovo Darth Vader, ma che senso avrebbe avuto? Vader nasce in seguito a scelte ben precise in un contesto diverso. Era Anakin, innamorato di Padme, troppo giovane per vedere la verità, troppo immaturo per non farsi tentare dal futuro Imperatore. Sono tasselli insormontabili che hanno portato alla luce Vader, e un simile processo non sarebbe stato possibile una seconda volta. Ben Solo, o Kylo Ren che dir si voglia, si ritrova ad essere tentato verso il lato oscuro, ed è per questo che sceglie di indossare la maschera. Vuole emulare il nonno, colui che fu il cattivo più temuto di tutta la galassia, vuole quindi seguirlo non solo nello spirito, ma anche nella forma. Concetto che verrà sottolineato nelle prime fasi di questo nuovo film, sviluppandosi poi nella lezione che tutti i protagonisti impareranno (e con loro gli spettatori più attenti). Ciò che è stato ormai è passato, ora è tempo di scrivere capitoli di storia tutti nuovi, nel bene, ma anche nel male.
Saranno le nuove generazioni, sotto il consiglio delle vecchie, a guidare da ora in avanti. Questo forse è il messaggio che, già dal trailer, emerge con più forza all’interno del film. Forse anche più del confine ormai sfumato tra bene e male.
Come appunto personale, voglio aggiungere che c’è solo una scena, sempre nei primi 20 minuti di film (su un totale di ben più di 2 ore e mezzo di pellicola, la più lunga mai girata della saga) che a parer mio stona con il resto di una pellicola altrimenti perfetta. Ma è anche vero che, sebbene sia un po’ il parere comune, forse anche questa scena fa parte dell’andare avanti, di cercare di battere nuovi sentieri. Solo una seconda (e terza, e quarta, e….) visione più a freddo, si fa per dire, potrà togliermi ulteriori dubbi sulla suddetta scena. Per quanto riguarda i più timorosi, e mi riferisco a coloro che temevano che questo episodio sarebbe stato la copia di episodio V, nessuna paura. Con episodio V non condivide nulla, se non a livello estetico i camminatori visti anche nel trailer di lancio. Il ruolo dei suddetti camminatori però è ben diverso adesso e vi lascio scoprirlo da soli all’interno del film. Per le similitudini, se ci sarà occasione potremo parlarne in un altro momento, ma ripeto, con episodio V non condivide nient’altro.
In conclusione questo nuovo capitolo della Saga per me è promosso a pieni voti, per l’audacia, la maestria tecnica, e per mille altri motivi che vorrei molto stare a spiegarvi, ma per motivi di tempo e di spoiler, non posso spiegarvi ora. Se questa è la strada intrapresa non posso che essere fiducioso, quanto meno, per il futuro della saga. Guardando con speranza all’anno prossimo al nuovo spin-off sulle origini di Han Solo e più in là al capitolo conclusivo della nuova trilogia e cioè a episodio IX. Sperando che con quest’ultimo, tornando alla regia J.J. Abrams, egli prenda esempio da Rian Johnson e continui sulla strada dell’innovazione miscelata con tutto il materiale classico di Star Wars, piuttosto che puntare solo sulla nostalgia come lui è solito fare. Ci sono anche altri piani, tra cui un terzo spin-off riguardante Obi-Wan (si dice che Ewan McGregor si sia reso disponibile per tornare) e un eventuale nuova trilogia completamente scollegata dalla saga degli Skywalker.
Di materiale di discussione ce ne è anche troppo, per ora, se siete arrivati a leggere fin qui, l’unico consiglio che posso darvi è di correre al cinema e di vedere questo nuovo e incredibile capitolo della saga. Che la forza sia con voi!
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