(Nella foto Ranieri e Kean dopo la rete del vantaggio, di Paolo Giuliani)
Dopo 67 giorni da quel triste primo dicembre, segnato nella mente dei presenti al Franchi, che ha tenuto il fiato sospeso il mondo del calcio e non solo, per il malore di Edoardo Bove, si recupera la gara rinviata, contro l’Inter.
Per fortuna il centrocampista viola, anche se in attesa del suo futuro calcistico, in buone condizioni fisiche, resta accanto alla squadra, e come in ogni gara incita i suoi compagni dalla panchina.
Una sfida particolare che arriva con un gennaio di mille contraddizioni, due sconfitte, un pari in casa che termina tra i fischi, il tecnico in discussione.
Come spesso accade, tutto si capovolge con le due vittorie consecutive (Lazio in trasferta e Genoa in casa, ndr), anche se non facili, che riportano serenità nell’ambiente, ma soprattutto un mercato di riparazione soddisfacente, con 3 rinforzi arrivati al foto finish.
In totale a disposizione del tecnico viola per rinforzare la rosa, 5 giocatori, dopo Folorunsho già inserito nella squadra, si aggiunge in ordine cronologico, il difensore Pablo Mari, il centrocampista Cher Ndour, l’attaccante Nicolò Zaniolo, il centrocampista Nicolò Fagioli.
Per regolamento i nuovi acquisti non possono essere schierati in campo, per cui l’allenatore gigliato, dopo le uscite, ha a disposizione una squadra rimaneggiata.
La gara considerata di cartello, con i detentori del precedente campionato, nell’orario delle 2045, porta sugli spalti 22.351 spettatori, la Curva Fiesole anche senza una coreografia particolare, mostra un magnifico aspetto con tantissime bandiere e la sciarpata, che diventa una muraglia viola.
All’ ingresso delle squadre, il primo coro è rivolto a Edoardo Bove, che ringrazia mentre percorre il campo e si posiziona in panchina, tanta emozione nell’intero impianto, stretto in un solo abbraccio verso il giocatore.

Edoardo Bove ringrazia il pubblico al suo ingresso, di Paolo Giuliani
Per regolamento il recupero parte dal minuto in cui si era interrotta la gara, minuto 17, da un fallo laterale, in favore dei viola, dopo che la squadra ospite, vista la gravità del malore, aveva mandato fuori il pallone.
La formazione del tecnico viola obbligata, i giocatori di movimento 16, Adli per infortunio, Gudmundsson fermo per un attacco influenzale.
Si parte con un 4-4-2, De Gea tra i pali, Comuzzo a destra, Pongracic e Ranieri centrali, Gosens a sinistra, Dodo, Richardson, Mandragora, Parisi, Beltran dietro a Kean, i due terzini Dodo e Parisi più offensivi sulle fasce destra e sinistra.
In questo caso eccezionale ,elenchiamo la panchina formata dai due portieri, Terracciano e Martinelli, il difensore Moreno, Colpani e Cataldi reduci da infortuni, i ragazzi provenienti dalla Primavera Caprini, Harder e Rubino.
In tribuna oltre ai dirigenti viola, il CT Luciano Spalletti, i nuovi rinforzi.
Minuto 17esimo si inizia dal fallo laterale, Gosens si occupa della rimessa, il tabellone viene aggiornato, la prima occasione è degli ospiti con un tiro di Lautaro che De Gea respinge in corner.
Gli ospiti nella prima fase chiudono i viola nella loro metà campo, ma i padroni di casa rispondono in contropiede.
Il forcing degli interisti prosegue con una serie di cross, alla mezz’ora Bastoni crossa nel mezzo un pallone che Augusto aggancia e manda in rete, netto il fuori gioco, confermato dopo il consulto al Var.

Fabiano Parisi, di Paolo Giuliani
Dalla parte opposta cross di Parisi e colpo di testa di Kean che sembra poter entrare in porta, il portiere nerazzuro Sommer respinge.
Al 39esimo Kean lancia Dodo, il brasiliano si accentra e tira con forza, il pallone sfiora la porta.
La gara è piacevole e non mancano ribaltamenti di fronte, da una punizione di Calhanoglu, Mandragora davanti la porta salva di testa, il giocatore viola necessita di cure dei sanitari per il colpo preso, ma resta in campo. Dopo 4 minuti di recupero si va all’intervallo.
Nella ripresa gli ospiti cercano di scardinare la difesa viola che fa buona guardia, i tiri di Kean da una parte e Lautaro alti sulla traversa.
Al 58esimo da corner cross di Mandragora e tiro preciso di Ranieri che manda il pallone in rete, grande gioia in campo e sugli spalti.
La squadra viola non cede di un centimetro, lotta su ogni pallone, un tutt’uno tra difesa, centrocampo, attacco, dove gli attaccanti difendono e viceversa, i terzini spingono in avanti.
AL 68esimo arriva il tripudio con l’assist dalla destra di Dodo e il colpo di testa di Kean, che gonfia la rete, l’attaccante esulta sotto la Curva con la maglia che vola, tutto il Franchi impazzisce di gioia.

Moise Kean festeggia la seconda rete, di Paolo Giuliani
Nel frattempo mister Inzaghi inserisce tre innesti, i padroni di casa contrastano le poche incursioni degli avversari, Di Marco neoentrato prova a sorprendere De Gea fuori dai pali, ma il portiere spagnolo recupera.
All’88esimo primo cambio per mister Palladino, esce Gosens per Colpani, il tedesco lascia il campo tra gli applausi.
Al 90esimo da un errore difensivo dei nerazzurri, Kean si inserisce, recupera il pallone e con il portiere Sommer fuori dalla porta, manda il pallone in rete, l’apoteosi al Franchi riporta in auge il coro “il pallone è quello giallo”, per evidenziare felicità ed ironia di una gara che aspetta solo il fischio finale. Per la cronaca il coro fu coniato nel febbraio 2013, dopo la vittoria sempre sui nerazzurri, per 4 a 1.

La squadra festeggia la doppietta di Kean, di Paolo Giuliani
Nei sei minuti di recupero, doppio cambio per i viola, escono Beltran e Kean accompagnati da boati e applausi ripetuti, per Cataldi e Caprini, il classe 2006 all’esordio.
Dopo un minuto e mezzo in più, il triplice fischio, e il delirio generale sugli spalti che chiede a gran voce la squadra sotto la Curva, applausi e cori, tanti per Edoardo Bove, che abbracciato dai compagni, festeggia una vittoria memorabile, incredibile, inimmaginabile.

La squadra festeggia sotto la Curva, di Paolo Giuliani
Una prestazione sontuosa, coriacea, eroica, per la differenza tecnica delle due squadre, soprattutto con le tante assenze di quella gigliata, che supera con merito la corazzata dei Campioni d’Italia, che non perdevano con tre goal di scarto dal 2019, un dato che avvalora la grande prova dei ragazzi di Palladino.
Il mister nel post gara manifesta la sua soddisfazione e considera la vittoria come la più importante della carriera, parla della difficoltà di preparare la gara con i forfait dell’ultime ore di giocatori importanti, (Gudmundsson, Adli, ndr), ringrazia coloro che si sono adattati in ruoli diversi, elogia Kean strastosferico non solo per le reti e tutto il gruppo, che ha cercato e ottenuto il successo, una dedica speciale ai tifosi ed Edoardo Bove.
In accordo con il mister, non possiamo che associarci per celebrare i reparti ed i singoli, per un successo che entra di diritto nella storia gigliata.
Partendo dalla difesa attenta e concentrata, una solidità che coinvolge tutti i componenti, Comuzzo adattato a destra e Gosens a sinistra fanno buona guardia, Pongracic conferma il buon rendimento con la terza prova consecutiva da titolare.

Pietro Comuzzo, di Paolo Giuliani
Si procede con la prova sontuosa di Dodo, tra i protagonisti, sfiora la rete, crea l’assist perfetto per il compagno d’attacco Kean, dalla parte opposta lo stesso discorso per Parisi, con assist e corsa a tutto campo, una spina nel fianco per gli avversari,
A centrocampo le sorprese con prestazioni di sostanza di Mandragora e Richardson, il primo con l’assist della prima rete, il secondo avvia l’azione del raddoppio, impeccabili nei recuperi e nelle chiusure

Lucas Beltran, di Paolo Giuliani
In avanti Beltran impeccabile nei diversi ruoli che assume nell’arco della gara, sulla fascia, trequartista, in mediana, crea , controlla, difende, su Lautaro perfetto.
Infine i marcatori, il capitano Ranieri che apre le mercature e porta in discesa la gara, ma anche la grinta nel chiudere gli spazi, una ripresa impeccabile che lo colloca tra i protagonisti della vittoria.
In primo piano l’attaccante, il bomber che mancava da anni, Moise Kean, questo ragazzo rivitalizzato dalla fiducia del mister, dimostra di gara in gara, un valore tecnico di grande caratura, ormai gli aggettivi sono terminati per descrivere, doti, capacità, carattere e tenuta fisica.
Una doppietta d’autore, che porta al suo miglior rendimento personale, con 15 reti in campionato, il principale interprete di questa squadra che fa sognare.
Un plauso al tecnico Palladino che crea un capolavoro calcistico facendo di necessità virtù, rimescola i giocatori a disposizione, Dodo libero di spaziare in avanti con la copertura di Comuzzo dietro, fa muro nelle difficoltà ma esalta il carattere e l’unione del gruppo, la chiave di volta della vittoria.
Una serata magica, quasi surreale in diversi momenti, dove emozione, commozione, gioia, felicità e soddisfazione massima nella giusta alchimia, diventano un connubio di forza,per vincere sui più forti.
Una classifica che sorride, un quarto posto che vale una posizione di Champions, consapevoli che ancora troppo presto per esaltarsi, ma certi che il mercato che ha portato alternative in diverse reparti, potrà dare notevoli contributi per il futuro.
Intanto il prossimo lunedì a San Siro, si replica, il destino beffardo, riporta la sfida dopo pochi giorni tra gli stessi antagonisti, non abbiamo la sfera magica pe prevedere che tipo di gara potrà essere, di certo la Fiorentina ha tutte le credenziali per dimostrare il proprio valore.
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