Giornata Internazionale dell’Infermiere. Sono tanti, ogni anno più stanchi e messi alla prova. E per un qualche miracolo, non ancora demotivati. Ci sono rimasti soltanto loro a far la differenza per tutti noi tra una vita decente e una di angoscia, malattia, terrore. La Sanità Pubblica ha dato forfait da tempo, i medici si preoccupano di portare via il più possibile da intra moenia a extra.
Restano solo loro. Alla fine, la notte, quando tu sei ricoverato in un reparto d’ospedale più o meno malmesso e vedi le streghe ballare tutte insieme sul muro di fronte al tuo lettino, ci sono soltanto loro – con quella lampada accesa messa loro in mano da quella Signora che per prima si accorse di quanto, con pochi, semplici gesti, poteva essere alleviata la sofferenza di un malato, un ferito, un moribondo – a darti un po’ di conforto. Di speranza, che non sia finita lì, che il giorno dopo il sole sorga ancora, anche per te.
Ne conosco molti, e la loro dedizione al mestiere che fanno per me è un miracolo che si rinnova ogni giorno. Si meritano una hit, una canzone all’altezza. A me viene in mente questa. Suicide Is Painless, scritta da Johnny Mandel, colonna sonora della serie televisiva M.A.S.H., nonché del film che Robert Altman ne tirò fuori, ennesimo capolavoro all’altezza del proprio genio.
Mobile Army Surgical Hospital (Ospedale Chirurgico da Campo dell’Esercito) Uijeongbu, periferia settentrionale di Seul. 1950-53, guerra di Corea. Gli Stati Uniti di nuovo impegnati militarmente a soli cinque anni dalla fine della seconda guerra mondiale, stavolta contro il pericolo rosso. L’alienazione di una sanità esercitata in condizioni impossibili. L’alienazione causata dalla guerra che comincia ad emergere, come in Comma 22, come più tardi in Vietnam. I ragazzi americani che facevano obiezione di coscienza, ancora negli anni sessanta finivano in Corea, medici e infermieri. Ma a quel punto Alan Alda e gli altri simpatici alienati di M.A.S.H. avevano insegnato loro come sopravvivere.
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