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Superstar

Il bacio più controverso della storia

Il bacio più controverso della storia

Sì, d’accordo, erano gli anni della contestazione, e non si salvava nulla, ma proprio nulla. Ma insomma, provateci voi a farvi venire l’idea di mettere in scena un musical con protagonista niente meno che Gesu Cristo e in cui si mettevano in discussione (come mai prima) i fondamenti della religione cristiana.

Andrew Lloyd Webber il musicista e Tim Rice il paroliere ebbero un  gran coraggio a portare a Broadway Jesus Christ Superstar, il musical che a partire dal 1970 riscuote un successo planetario che si rinnova di generazione in generazione, fa incetta di premi di tutti i generi, ribadisce in modo reso accattivante dalla grande musica rock gli interrogativi che dall’alba del Cristianesimo l’uomo si è posto, e sempre si porrà. Lo stesso coraggio che avrebbe avuto Norman Jewison a portare l’opera rock sul grande schermo nel 1973, consacrando se stesso, Ted Neeley (Cristo), Carl Anderson (Giuda Iscariota), Yvonne Elliman (Maria Maddalena) e tanti altri.

JesusChristSuperstar200413-003Gli attori si rubavano la scena (ed il microfono) l’un con l’altro, ma è indubbio che il protagonista di quest’opera è Giuda, non Gesù. Il biondo Cristo di Ted Neeley non ha dubbi, se non nella fatidica notte dei Getsemani. Giuda invece ha tutti i dubbi dell’uomo dal libero intelletto. «Credi veramente che queste voci su Dio siano vere?», chiede al Cristo che si avvia a compiere il proprio destino nel brano e nella scena iniziale, Too much Heaven on their minds.

E la Maddalena? «Io non so come amarlo», si angustia colei che doveva essere la compagna del Messia, prima che la religione codificata da San Paolo ne facesse Nostro Signore Figlio di Dio, nato da donna vergine e casto, anzi, asessuato tutta la  vita.

Cinquant’anni dopo la sua uscita, Jesus Christ Superstar mantiene intatta tutta la sua forza artistica e filosofica. Il rock di Webber e Rice, le immagini di Jewison ci spingono ancora a provare quella identica suggestione e a beneficiare una volta di più di quel sano dubbio che in tempi di conformismo religioso di ritorno non possono fare affatto male.

E’ il Lunedi dell’Angelo, il giorno in cui secondo le Scritture Maria (che non sappiamo se era Vergine, ma era sicuramente Madre) si recò al sepolcro del Figlio e fu accolta da un giovane biondo, l’angelo appunto (che in greco antico significa messaggero), che disse a lei ed alle donne che la accompagnavano: «Non abbiate paura! Voi cercate Gesù Nazareno, il crocifisso. È risorto, non è qui. Ecco il luogo dove l’avevano deposto. Ora andate ad annunciare questa notizia agli Apostoli».

JesusChristSuperstar200413-001I Vangeli apocrifi si fermavano prima di questa scena, e così fa Jesus Christ Superstar, che termina dopo la crocefissione sulle immagini del pullman della troupe che riparte, immalinconita e resa pensierosa da una esperienza teatrale carica di significato.

Crediamo comunque che il brano Superstar, con tutti gli interrogativi che mette in musica, sia il più adatto ad essere il brano dell’ultimo dei quattro giorni che fecero della predicazione di Cristo una religione capace di essere seguita ancora oggi da miliardi di persone.

Buona Pasquetta a tutti.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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