Ombre Rosse

Diario del coronavirus – Giorno 9

Come fu che Robinson si ritrovò abbandonato su un’isola deserta, lontano da tutto e da tutti e senza speranza di salvezza

RobinsonCrusoe200422-001Anno del Signore 2020. Ai confini del mondo. Non so neanche io più dove mi trovo, se mai l’ho saputo. Il comandante mi ha abbandonato qui, come prima o dopo ha fatto – credo – con tutti. Mi ha lasciato – dice lui – le provviste necessarie per sopravvivere. Le provviste non mancheranno mai, ha detto. No, non saranno quelle a mancare, lo credo anch’io.

Sarà tutto il resto a mancare. La vita, il tempo, il senso di ogni cosa che mi succede o che vorrei mi succedesse. Dice il comandante che le nostre città ormai sono invase dal morbo. La nostra civiltà è sospesa. Dobbiamo rassegnarci a cambiare abitudini.

La nostra civiltà…..

RobinsonCrusoe200422-003Oggi è un mese esatto da quando sono stato abbandonato qui. Per festeggiare la ricorrenza. ho scolato l’ultima bottiglia rimastami. L’ordinanza con cui sono stato assegnato al mio destino, in questo avamposto del genere umano, non so neanche se c’é ancora. Se ha ancora un senso. Se mai l’ha avuto. Non so più niente. Ho solo cibo, più di quanto me ne serve, per la verità. E poche, scarne notizie. Non so più neanche se c’é un mondo, là fuori, e com’é fatto.

Vivo – o per meglio dire, sopravvivo – con la sensazione costante di essere parte di una beffa. Quello che vedo fuori della finestra della mia dimora non è quello di cui ho sentito raccontare. Il fatto è che non capisco più di che cosa si tratti. Quando sono stato allontanato dalla mia città, dalla mia vita, la gente era impazzita, terrorizzata, disposta a qualunque acquiescenza, a qualunque bassezza verso se stessa, pur di salvare la propria pelle. Animali fantastici, che non riconoscevo più, o forse non avevo mai conosciuto.

RobinsonCrusoe200422-002O almeno quella gente credeva di salvarsi. Perché quando perdi l’anima, la pelle dopo poco le va dietro. La gente reagisce come i topi, quando sente che la nave traballa. Ma i topi, quando fuggono, almeno hanno più dignità. Tutto ciò che sa fare in quei casi, la gente, è darsela a gambe, come a Caporetto. Nessuno ti ascolta e se ti metti in mezzo tra lui e quella che pensa essere la sua via di fuga ti azzanna, ti travolge. O dà una mano a farlo a qualche altra bestia più grossa.

E questo il comandante lo sapeva, lo sa. Da sempre. Ha avuto buon gioco dunque a trascinarmi fino a qui, non c’era nessuno con cui potessi allearmi per resistere.

Dice che in città negli ospedali la situazione è grave, i morti si accatastano, il morbo la fa da padrone.

Cosa ci può essere di più grave che ritrovarsi in un mondo che non riconosci più? Con il ricordo di persone che non riconosci più? A fare una vita che non è vita?

41jTZpb0xIL._AC_SX466_E’ un mese esatto che sono qui. Il mare sconfinato tra qui dove sono adesso ed il posto a cui appartenevo è disseminato di sbirraglia, a quanto ne so. Non posso tornare, per chissà quanto. Forse per sempre. Non posso neanche restare qui, sto già impazzendo. Vorrei avere un’arma, e non so se la userei per cacciare.

Ho perso la speranza che qualcuno venga a raccogliermi in quest’isola ai confini del mondo, e a riportarmi alla civiltà. Alla mia civiltà, che esista ancora o meno.

Se è così che deve finire, vorrei avere un’arma, sì, e uscire a combattere. Uno degli ultimi colpi sarebbe per te, comandante maledetto. Te e la tua ciurma di pirati, che si è ritrovata il mondo, il nostro mondo in mano, senza colpo ferire.

Come fu che il mondo che conosceva fino a poco tempo prima appariva a Robinson sempre più strano ed irreale

Robinson Crusoe at home in the castleMi sembra di essere Holly Hunter, abbandonata su quella spiaggia neozelandese. Solo che a me non hanno lasciato nemmeno il pianoforte, se lo sono portato via. I giorni passano lenti, quando non hai anima viva per fare parola o impresa alcuna degna di nome e di significato in cui cimentarti. La cosa più sensata è controllare da un giorno all’altro se ciò che vedi dalla tua finestra ha più significato di quanto ne aveva ieri.

Non ne ha. Mi sono portato dietro un po’ di carte, di numeri e di dati, al momento di essere confinato quaggiù. Se questo mio diario ha uno scopo, è quello di tenere traccia delle mie riflessioni.

coronavirus200422-003Da tanti giorni mi pongo alcune domande su quello che sta accadendo. La realtà esterna, la situazione delle terapie intensive, i camion dei morti e la situazione surreale di strade vuote, negozi chiusi, gente confinata in casa ormai da quasi 8, 10, 12 settimane. Penso di vivere in un sogno, un brutto sogno da cui alla fine – come tutti i sogni – ci si sveglia. O no?

Poi ci sono i numeri, con la loro razionalità soltanto di facciata. Soprattutto quando a snocciolarteli sono facce come quelle del comandante e dei suoi accoliti: Casalino, Borrelli, Arcuri, Colao, la pirateria e la sbirraglia di contorno. Roberto Burioni e Long John Silver.

Popolazione mondiale:  7.776.551.300

Contagiati Covid:                   2.402.250

Morti:                                           163.097

Popolazione italiana:         60.317.000

Contagiati:                                  183.957

Morti:                                             24.648.

No, se guardo i numeri non mi torna quello che vedo fuori dalla finestra. Anche da quest’isolotto in fondo all’Oceano. Questa é una pandemia?

Ammettiamo di sì. Ma se i numeri sono questi, 2.471 italiani in terapia intensiva sono sufficienti a mandare il sistema sanitario nazionale al collasso?

Coronavirus200422-002E ancora, tutti gli indicatori su cui si basa questa quotidiana lotteria nazionale ruotano attorno al numero dei tamponi. Ne vogliamo parlare? Al di la dell’evidente numero irrisorio di essi quelli finora effettuati (ammesso e non concesso di poter mai arrivare a testare 7 miliardi di individui, o anche solo 60 milioni) nessuno si sbilancia sulla loro attendibilità (quanti falsi negativi o falsi positivi). Un soggetto negativo al tampone questa mattina potrebbe diventare positivo questa sera. A questo punto ha senso utilizzare ingenti risorse economiche di un paese già in via di depauperazione per mappare una situazione che non sarà mai stabile e quindi inutile da utilizzare?

Ah, già, e poi Califano Borrelli, che numeri va a dare tutte le sere?

Se proprio vogliamo avere paura di qualcosa, ecco qualche spunto. Nel 2019 sono morti nel mondo:

650.000 per epidemia annuale

457.558 per HIV

2.235.428 per cancro

266.981 per malaria

1.360.600 per fumo

680.760 per alcool

367.422 per incidenti stradali.

Nel 2019 nessuno ha fermato il mondo, eppure il mondo a quanto pare era un posto assai più pericoloso di quanto non lo sia quest’anno. Forse il mondo quest’anno è stato fermato per altri motivi?

Come fu che Robinson, sempre più solo ed esasperato e con tanto tempo a disposizione, cominciò a riflettere su tante cose strane

Le cose strane a ben guardare sono davvero tante. E quando hai tempo per riflettere perché sei chiuso in cella o abbandonato su un’isola deserta, cominci a metterle in fila tutte.

Facce da talk show, Roberto Burioni: quando il "virologo" diventa "virale"

Facce da talk show, Roberto Burioni: quando il “virologo” diventa “virale”

Perché si conteggiano come morti per Covid tutti coloro che sono morti con il Covid, senza considerare le comorbilità (patologie e malattie croniche o congenite che determinano l’essere fascia a rischio)? E perché non è stato fatto e non si fa un monitoraggio in tempo reale delle di quelle comorbilità dei pazienti con le forme più gravi e dei deceduti in modo da identificare in tempi brevi i gruppi di popolazione a rischio e quelli a rischio basso o nullo?

Che senso ha quindi aver applicato una misura di massa (il confinamento in casa) indiscriminatamente a tutti invece di farla mirata ai soli soggetti a rischio (che peraltro sono stati quasi completamente abbandonati a se stessi in molti casi, come quelli dei residenti delle case di riposo trasformate in lager della morte)?

Perché non è stato lasciato che il virus circolasse liberamente nei soggetti non a rischio, lasciandogli fare il suo corso di normale influenza o addirittura senza sintomi? Preferendo invece una misura, l’isolamento di massa, la cui efficacia non è supportata da sufficienti evidenze ed ha enormi controindicazioni sociali?

coronavirus200422-005Perché non si é ordinato fin dal primo giorno il rispetto rigoroso di una misura che non solo è supportata da evidenze scientifiche ma è anche talmente ovvia e intuitiva che i cittadini l’hanno progressivamente adottata in modo spontaneo: l’uso di barriere fisiche – anche di fortuna – per isolare le principali fonti di contagio cioè le bocche e i nasi di tutti? In altre parole, non aver ordinato fin da subito l’uso di mascherine, ovviamente insieme all’igiene delle mani ecc?
Perché al contrario si é ordinato da subito un’altra misura non solo inutile ma addirittura dannosa: la distanza di un metro? Sanno anche i bambini ormai che uno starnuto o un colpo di tosse possono lanciare un agente patogeno a molti metri di distanza. Far credere che fosse efficace ha creato un infondato senso di sicurezza, che paradossalmente avrà favorito chissà quanti contagi.

Perché si è fatto affidamento su un test di screening, il tampone, di cui sono tuttora ignoti sensibilità e specificità (ma alcune evidenze hanno mostrato percentuali impressionanti di falsi negativi e positivi) e se ne é fatto il cardine delle scelte epidemiologiche utilizzandolo come fosse un test diagnostico (cosa che non è)?

Perché non si é fin da subito considerato come strategica la produzione di alcuni presidi essenziali (respiratori, maschere, guanti, dpi ecc.), magari immediatamente requisindo o militarizzando all’americana gli impianti produttivi, e incentivando la produzione a i livelli più estremi?

Il Grande Fratello? E chi meglio di Casalino?

Il Grande Fratello? E chi meglio di Casalino?

Infine, poiché è stata presa la gravissima e discutibilissima decisione di sospendere uno dei 5 diritti costituzionali fondamentali (il diritto alla libera circolazione), perché non ne è stato almeno regolamentato un altro: il diritto di espressione del proprio pensiero per tutti gli iscritti a qualsiasi albo professionale sanitario ed a tutti i dipendenti del SSN e convenzionati, limitatamente a tutto ciò che riguardava l’epidemia e a ciò che vedevano durante il servizio? Lasciare che qualunque esperto potesse andare sui media nazionali a dare pareri opposti sull’epidemia ha creato una situazione di incertezza, insicurezza e sfiducia. Una isteria mediatica che ha contribuito a dare un’immagine di gravità assolutamente sproporzionata: un 30enne intubato è diventato: il Covid ha iniziato a colpire anche i giovani!; un numero in linea con quelli delle annate passate di ultraottantenni cardiopatici, enfisematosi, diabetici, obesi ecc. che muoiono perché purtroppo il loro organismo non ce la fa più, allo stesso modo diventa: qui la gente sta morendo come mosche !

Si doveva dire: da oggi sull’argomento epidemia ci sarà una voce sola, quella del governo. Come si fa in guerra. Ma un governo ed un parlamento da stato di guerra non si inventano. I nostri non sono mai andati più il là dell’8 settembre.

GiusepepConte200422-001Tutte queste stranezze possono far pensare – legittimamente- a un complotto, ad un piano mirante a distruggere l’Italia? Magari fosse così, ci sarebbe una logica da poter affrontare e sconfiggere. Purtroppo, basta vedere la faccia del comandante e sentirlo parlare. Si tratta solo di insipienza, di incapacità. Come dice Maria Giovanna Maglie: la peggiore delle epidemie data in gestione al peggiore dei governi.

Come fu che Robinson decise di continuare a tenere un diario

Mi rendo conto che finora ho riflettuto soltanto sulla catastrofe sanitaria. Poi c’é quella psicologica, e peggio ancora, quella economica. Dispero di rivedere mai il mio paese e la mia gente così come li ho lasciati. Se mai verrò liberato da questa condizione di reclusione, sarà per scoprire che niente è più come prima.

Continuerò a tenere questo diario, e lo affiderò alla fne al mare, sigillato in bottiglia come ai tempi dei pirati veri, quelli che almeno ti affrontavano a viso aperto, con la sciabola e con l’uncino. Con la speranza che capiti nelle mani giuste. Quelle di chi ha ancora voglia di leggere, e di riflettere.

coronavirus200422-002

«I grandi spiriti hanno sempre trovato la violenta opposizione delle menti mediocri. La mente mediocre è incapace di comprendere l’uomo che rifiuta d’inchinarsi ciecamente ai pregiudizi convenzionali e sceglie, invece, di esprimere le proprie opinioni con coraggio e onestà».

A. Einstein

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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