Ombre Rosse

I nuovi mostri

MostroLagunaNera190322-001Dieci anni dopo essersi resa ridicola con il conferimento del Premio Nobel per la Pace a Barack Obama (allora da poco insediatosi alla Casa Bianca per il suo primo mandato, senza avere dunque avuto il tempo materiale di palesarsi per la nullità che si sarebbe dimostrato), l’Accademia Reale delle Scienze di Stoccolma ci riprova. Stavolta dovrebbe toccare a Greta Thunberg, la nuova icona della rivolta ambientale giovanile.

La ragazza che il venerdi non va a scuola, con il beneplacito dei genitori, sembra essere riuscita a convincere a fare altrettanto i coetanei di mezzo pianeta, con la motivazione di sensibilizzarli verso la tematica del salvataggio della Terra. Non per volgarizzare a buon mercato, ma ai tempi di chi scrive del resto si faceva sciopero a scuola anche per molto meno.

Adesso tocca all’ambiente come allora – se andava bene – toccava al Vietnam. E soprattutto tocca a questa ragazzina figlia di due ex stelle dello spettacolo svedese, evidentemente in cerca di una visibilità che le rispettive carriere non possono più attribuire loro. La figlia si è scoperta il tocco magico che può smuovere le moltitudini, e allora che si vuole che sia un giorno di scuola perso?

GretaThunberg190322-001

Greta Thunberg

Rita Pavone ha espresso ad alta voce il suo pensiero, improntato ad una perplessità condivisa da molti adulti a proposito di questo flash mob planetario denominato Green Friday. La piccola Greta – ha detto – assomiglia all’inquietante Christina Ricci della famiglia Addams, con quelle treccine (ed il contorno di quei genitori, verrebbe da aggiungere). Mal gliene è incolto, i benpensanti schierati puntualmente a sinistra l’hanno infamata. La piccola Greta ha la sindrome di Asperger! Come si può osare di scherzare con lei? La sindrome è parente dell’autismo, e forse dovrebbero essere i suoi genitori a proteggerla, invece dei benpensanti radical chic. Ma i genitori che si sono fatti addirittura imporre la dieta vegana da questa figlia che predica l’ambientalismo come una sacerdotessa di antiche e intolleranti religioni non sembrano in grado di proteggere nemmeno se stessi.

Christina Ricci, la piccola Mercoledì della Famiglia Addams

Christina Ricci, la piccola Mercoledì della Famiglia Addams

Marciano dunque i giovani sulle parole di Greta. E se intervistati, regalano motivazioni amene. Si va dal più pinguini meno Salvini (nella versione nostrana) ad un più europeista l’inquinamento è colpa dello spread. A nessuno degli adulti che li stanno a guardare, men che meno quelli che li aspetterebbero in classe per insegnare loro qualcosa, viene in mente di spiegare a questi ragazzi che le loro intenzioni sono lodevoli, ma che le conseguenze porterebbero lontano. In primis, a rinunciare a tanti dei loro preziosi gadgets (come quelli che consumano corrente o benzina, producendo inquinamento) o a già consolidate abitudini, come quelle di vivere in una realtà sempre più virtuale ed alienata (bivaccando ad esempio sui divani delle loro case ben riscaldate consumando cibi prodotti in factories sempre più incontrollabili dal punto di vista igenico-sanitario e che producono anch’esse inquinamento e sofferenza animale).

Intanto, la settimana scolastica promette di accorciarsi di un giorno. Dopo il Premio Nobel, Greta Thunberg ha forse davanti a sé spalancata una carriera politica, magari tra dieci anni sarà già stagista o funzionaria della Unione Europea, chissà. Quale genitore non sognerebbe un futuro così per la propria figlia?

MostroLagunaNera190322-003Luca Casarini è uno dei misteri della notte della Repubblica, come la chiamava Sergio Zavoli. A piede libero da tanto tempo, dopo averne combinate di tutti i colori, tanto da farci chiedere se non abbia battuto tutti i record (e come abbia fatto). Una volta questi soggetti si chiamavano agitatori propagandistici, o meglio ancora rivoluzionari di professione. La carriera dell’antagonista per eccellenza cominciò al G8 di Genova del 2001, quello dove il banco della legalità saltò in aria un po’ da tutte le parti. La riunione dei capi di stato dei paesi più industrializzati fu trasformata in un’occasione di scontro, di guerra civile come non se ne vedeva più dagli anni di piombo. Da una parte no global, antagonisti, black block e casinisti vari, dall’altra il governo appena eletto di Berlusconi.

LucaCasarini190322-001Le tute bianche di Casarini (a fianco a quelle nere venute da dio solo sa dove e dio solo sa dove ritornate dopo il G8, sparite nel nulla) fecero quel che potevano per mettere a ferro e fuoco il capoluogo ligure. Dall’altra parte, chi gestiva l’ordine pubblico perse la testa come non era lecito aspettarsi, dopo aver passato la ben peggiore nottata degli anni di piombo, o forse proprio per quello. Niente giustifica ciò che successe alla Diaz, a Bolzaneto, ma gli autori di quella irruzione e di ciò che ne seguì, almeno sotto processo ci sono andati. Il sig. Casarini se l’é cavata e a quanto pare ha prosperato, se adesso lo ritroviamo a bordo della nave Mare Jonio che tenta di dare l’ultimo assalto alla legalità e al diritto di difesa delle proprie coste stabilito dal legittimo governo italiano.

LucaCasarini190322-001Il Che Guevara de noantri vorrebbe passare alla storia per aver forzato il blocco di Salvini, invece riesce solo a passare alla cronaca con quel fuori onda: «aho, metti sti cazzo de migranti in prima fila!», detto rivolto a uno dei suoi scherani evidentemente non pronto come lui a sfruttare le telecamere accese sull’ultima prodezza delle ONG. Poi li chiama fratelli, sti cazzo de migranti, ma il danno è fatto, e stavolta nemmeno gli eroi della Diciotti, i Procuratori che aprivano fascicoli sul Ministro dell’Interno come fossero coriandoli, se la sentono di spalleggiarlo. Al Senato si sta votando il no su quella vicenda, e quest’ultima prodezza di Casarini appare proprio trash, persino a chi vorrebbe tanto fare la festa a Salvini ed al governo gialloverde.

La nave Mare Jonio è sequestrata, ma il nostro eroe è già fuggito, il Garibaldi de noantri. E presto, c’é da giurare, lo rivedremo impegnato in qualche altra impresa delle sue. Siamo tutti sovversivi, recitava una delle sue T-shirt dei tempi d’oro. No, siamo tutti imbecilli, perché è da 50 anni che scambiamo questa gente per degli eroi. E questa gente non si è fatta un giorno nelle patrie galere.

MostroLagunaNera190322-005Monica Cirinnà è de Roma, e quando si mostra in pubblico nelle sue performances libertarie ha sempre quel sorrisetto romanesco che ti toglie subito la voglia di prenderla sul serio. Qualcosa di serio l’avrebbe anche fatto, la legge sulle unioni civili in Italia che per certi aspetti mancava, e per altri ha sbracato come sempre fa chi si occupa di diritto di famiglia nel nostro paese. E’ una di quelle proletarie di cui parlava Pasolini: i rivoluzionari che si scontrano con i celerini, ma solo fino a mezzogiorno, perché poi devono tornare a casa, che hanno il pranzo pronto in tavola.

MonicaCirinnà190322-001Monica Cirinnà non si scontra con nessuno, se non con la decenza ed il buon senso. Quel suo meglio frocio che fascista sfoggiato in onore di Zingaretti il giorno delle primarie PD è di una cialtroneria unica, riuscendo a sintetizzare in poche parole tutto ciò che non va in quel partito e nella testa dei suoi dirigenti. A spiegare il perché ogni volta che qualcuno dei suoi apre bocca riesce ad offendere qualcuno, prima ancora di danneggiarlo.

MonicaCirinnà190322-002Ma la signora si bea della propria cafonaggine e correttezza politica a rovescio, coltivata per anni da assidua frequentatrice di quel covo di progressisti che è Capalbio con il suo hinterland di comuni rivoluzionarie. E allora eccola ancora alla ribalta con un Dio, patria e famiglia, che vita de merda. Accompagnato da quel sorrisetto simil ebete alla Verdone che in fondo ce la fa accettare per quello che é. La signora crede che il motto sia fascista, e invece è mazziniano. Del padre nobile della nostra patria, l’uomo che profetizzava una repubblica italiana che è ancora ben di là dall’avverarsi. E intanto si prende le lezioni di progressismo da personaggi come la Cirinnà. Che vita di merda, ma che abbiamo fatto di male per meritarcela?

MostroLagunaNera190322-004Se Ouesseynou Sy non esistesse, andrebbe inventato. Quest’anno la Lega di Salvini non spenderà un euro per la campagna elettorale. Gliela hanno già fatta gli altri, gli oppositori che ogni giorno si ingegnano di come fare a perdere voti a grappoli, eleggendo a portabandiera personaggi improbabili come questo senegalese naturalizzato italiano (per matrimonio? sarebbe ora davvero di rivedere i meccanismi di acquisizione della cittadinanza, o no?). A sinistra si strepita già che l’autore della mancata Strage degli Innocenti di San Donato Milanese va compreso, e che la colpa è di Salvini e del clima di odio che ha alimentato. Di questo passo, le elezioni europee finiranno come certe sedute della Borsa, con i seggi che chiudono in anticipo per eccesso di rialzo. Dei voti andati alla Lega.

SanDonatoMI190322-002Va compreso ben altro. Come sia possibile che un tizio con precedenti per molestie sessuali, con la patente sospesa e con altre intemperanze commesse in un passato recente possa ritrovarsi alla guida di uno scuolabus. Come è possibile che il funzionario comunale interpellato in proposito se la possa cavare con un: «era uno sempre in regola con i controlli periodici, e che faceva il suo».

I controlli periodici, soprattutto l’antidoping, andrebbero fatti in questo paese a chi fa le leggi e a chi le applica. Il vero mostro non è il sedicente lupo solitario che voleva vendicare i fratelli africani e musulmani morti in mare. Il vero mostro è chi ha permesso che, attraverso un percorso la cui assurdità non c’é bisogno qui di sottolineare nuovamente, una bella mattina il tizio in questione si ritrovasse in mano 52 bambini, con i genitori che stavano tranquilli perché sapevano di averli lasciati diretti a scuola, e che costui avesse la possibilità di fare per loro la differenza tra la vita e la morte.

Chissà se tra le cose da comprendere il Partito Democratico ha messo all’ordine del giorno anche lo stato d’animo di questi genitori.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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