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L’ultimo imperatore

Giustiniano180801-001Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano divenne Imperatore Romano d’Oriente il 1° agosto del 527 d.C. E’ passato alla storia come Giustiniano il Grande per tanti motivi. Per essere stato il promotore di una vera e propria età dell’oro dell’Impero Romano superstite, quello orientale, ultimo sovrano di lingua e cultura latina e primo monarca di ispirazione greco-bizantina. Per aver dato a BisanzioCostantinopoli l’impronta architettonica poi conservata per tutto il periodo imperiale fino alla conquista ottomana, e anche oltre, a cominciare da quel capolavoro che è Hagia Sophia, una delle meraviglie del mondo. Per aver tentato con qualche successo di riunificare l’Impero Romano dei secoli gloriosi riconquistandone la parte occidentale caduta in mano ai Barbari. Ma soprattutto per aver perso la pazienza di fronte a quella babele che era diventato ai suoi tempi il diritto romano per la proliferazione di norme sempre meno coerenti e più particolaristiche nei secoli della decadenza.

Nel 535 d.C. Giustiniano consegnò al mondo antico il suo Corpus Iuris Civilis, la risistemazione della giurisprudenza greco-romana in un unico Codice, talmente ben costruito da arrivare ai giorni nostri come la base del codice civile e penale moderno. Nelle Facoltà di Legge si venera tutt’oggi Giustiniano come uno dei Padri del Diritto, perfino in un paese come l’Italia che da sempre ambisce ad essere considerata di quel Diritto come la Madre.

Tuttavia, il codice giustinianeo è rimasto nella storia malgrado fosse la celebrazione formale di una battaglia persa. Non fu un caso che bizantinismo nacque allora – in omaggio all’antico nome della capitale imperiale – come termine per designare un modo contorto di concepire la politica, il diritto e in ultima analisi il viver civile.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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