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Storia delle Olimpiadi 2004: Atene

2494 anni dopo Filippide, Stefano Baldini taglia il traguardo ad Atene della Maratona olimpica

Nella foto: 2494 anni dopo Filippide, Stefano Baldini taglia il traguardo ad Atene della Maratona olimpica

Nel 2002, l’intermezzo invernale a Salt Lake City confermò che l’Italia aveva ritrovato feeling con gli sport della neve e del ghiaccio. Stefania Belmondo ripeté l’impresa di Albertville a dieci anni di distanza, oro, argento e bronzo. Gabriella Paruzzi riuscì a starle davanti nella 30 km di Fondo, vincendo l’oro. Daniela Ceccarelli non fece rimpiangere Deborah Compagnoni vincendo il SuperG, mentre nello Slittino singolo Armin Zoeggler cominciò la sua leggendaria carriera. 13 medaglie complessive azzurre, un’ottima annata.

Due anni dopo, le Olimpiadi tornavano a casa. Il C.I.O. aveva pagato il suo debito con l’opinione pubblica internazionale, assegnando alla Grecia la XXVIII^ Olimpiade. Nella votazione finale, Atene batté la forte candidatura di Roma, ma nessuno anche da noi se la sentì di recriminare più di tanto. Il torto del 1996 perpetrato dalla Coca Cola ai danni di Olimpia era ancora ben presente nella mente di tutti.

Stadio Spyros Louis

Stadio Spyros Louis

La fiaccola tornava al Pireo, il percorso più antico e più breve per i tedofori, sulle strade di casa. Ma quanta differenza con la volta precedente, 108 anni prima. Allo Stadio Panathinaikos si erano ritrovate nel 1896 14 nazioni rappresentate da 241 atleti, tutti maschi e tutti dilettanti. Stavolta, nel nuovo Stadio Olimpico di Maroussi dedicato a Spyridon Louis (lo storico vincitore della prima Maratona moderna) erano presenti 201 nazioni (praticamente tutte quelle che avevano un comitato olimpico nazionale) con 10.625 atleti, dei quali oltre il 40% erano donne e tutti più o meno professionisti dichiarati.

Spyridon Louis

Spyridon Louis

La Cerimonia d’apertura allo Spyros Louis fu sapientemente evocativa delle ragioni del perché – se qualcuno ancora non lo sapeva o non lo ricordava – il mondo si ritrovava lì, il 13 agosto 2004. La Grecia celebrò degnamente se stessa, la nascita e la diffusione di quella civiltà che a partire dall’Impero Romano aveva trasmesso al resto del mondo. Nello stadio era stato ricavato un enorme bacino idrico, simboleggiante quel Mar Egeo su cui erano salpate le navi greche per diffondere la fiaccola della civiltà presso i feros victores sulle sponde del Mediterraneo prima e del resto dei mari poi.

Tra i paesi di nuova accessione, Timor Est sopravvissuta ad una spaventosa guerra civile, l’Afghanistan finalmente liberato dalla dittatura sanguinosa dei Talebani, la Serbia riammessa (come Serbia e non più come Jugoslavia, essendo il Montenegro diventato nel frattempo indipendente) dopo la guerra del 1999 che aveva concluso la lunga tragedia balcanica.

La signora del Fioretto

La signora del Fioretto

La partecipazione italiana ai Giochi greci fu ottima, sul trend delle ultime Olimpiadi. 32 medaglie con 10 ori, e la consacrazione di vecchi e nuovi personaggi. Igor Cassina si impose al mondo alla Sbarra nella Ginnastica Artistica, brevettando il celebre movimento Cassina che molti avrebbero poi cercato di imitare. Paolo Bettini riportò in auge il Ciclismo toscano vincendo la corsa in linea su strada. Andrea Benelli sparò per l’oro nel Tiro a Segno Skeet. Ivano Brugnetti si laureò degno erede di Maurizio Damilano nella 20 km di Marcia. Marco Galiazzo, Aldo Montano e Valentina Vezzali tirarono di Scherma da par loro e nella tradizione della scuola italiana, che si confermò anche nel Fioretto maschile a squadre. Sempre in tema di squadre, la Pallanuoto femminile vinse il primo oro della sua storia. Altrettanto arrivarono ad un passo dal fare la squadra maschile di Basket, che rinverdì l’argento di Mosca, e quella di Pallavolo, che rinverdì quello di Atlanta. Argenti a conferma di Josefa Idem, Antonio Rossi e Beniamino Bonomi, Giovanna Trillini e tanti altri.

Pozzecco e Basile si guardano, Lituania battuta, Italia in finale

Pozzecco e Basile si guardano, Lituania battuta, Italia in finale

Tra gli eventi epocali di quei Giochi, la sconfitta della staffetta 4×100 U.S.A. con Greene e Gatlin (vincitore dei 100) nei ranghi, per mano di quella della Gran Bretagna. E la prima storica vittoria di un cinese in Atletica, Liu Xiang nei 110 ostacoli. Nel Calcio, prima vittoria e prima medaglia d’oro assoluta nella storia olimpica per l’Argentina, con l’Italia al terzo posto. Tra le donne, vittoria degli U.S.A. a conferma della bontà della scuola del Women’s Soccer. Il secondo oro olimpico argentino arrivò a sorpresa dal Basket, dove i biancocelesti superarono nientemeno che i favoriti gringos nordamericani, per poi battere in finale i nostri Pozzecco, Basile & C.

Basta avere Fede..... la bambina terribile del nuoto italiano

Basta avere Fede….. la bambina terribile del nuoto italiano

Nel nuoto, si affacciò al medagliere olimpico con il suo primo argento una campionessa che avrebbe fatto in seguito la storia di questo sport. Federica Pellegrini arrivò seconda nei 200 stile libero dopo aver condotto quasi interamente la gara e aver subito nell’ultima frazione il recupero della rumena Camelia Potec, che le finì davanti per soli 19 centesimi. La Fede iniziò così una carriera che quasi vent’anni dopo ancora non vede la fine.

Tutto questo era molto, per un’Italia che aveva nobilitato un’Olimpiade storica ma senza grandi acuti. Era molto, ma non era tutto. Restava l’ultima gara. Quella che per tradizione concludeva il programma olimpico, e che quella volta si sarebbe corsa sul tracciato originario, quello su cui Filippide aveva corso a perdifiato per portare al Senato ateniese la notizia della vittoria a Maratona.

Il 29 agosto la XXVIII^ Olimpiade aspettava dunque la Maratona per chiudere i Giochi, spegnere il braciere e consegnare la bandiera dei Cinque Cerchi alla città che l’avrebbe riacceso nel 2008. Era la Maratona più prestigiosa di sempre, quella che – per chi la vinceva – avrebbe avuto per sempre un gusto ed un significato particolare nella memoria.

Movimento Cassina!

Movimento Cassina!

Quando il brasiliano Vanderlei De Lima al 36° km subì un infortunio a causa di un tifoso che lo mise fuori gara per la vittoria mentre era ancora in testa, dietro rimasero un americano, Mebrahtom Keflezighi, e un italiano, Stefano Baldini da Castelnovo di Sotto (RE), undicesimo di undici fratelli, con la passione per questa disciplina di cui era già recordman italiano.

Fu lui ad entrare nello stadio Spyros Louis nella posizione che tutti in Italia sognavano. Per primo, con l’americano staccato di 36 secondi ed il brasiliano di un minuto e mezzo. 2 ore, 10 minuti e 55 secondi per ripetere le imprese di Flippide, Dorando Pietri e Gelindo Bordin. Ancora una volta, toccava all’Italia togliersi all’ultimo tuffo la soddisfazione più grande.

Filippide210521-001

Νενικήκαμεν (Nenikèkamen), in greco antico: Abbiamo vinto.

(Filippide al Senato ateniese, agosto 490 a. C.)

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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