Ombre Rosse

Ore 17,30 Firenze #nogreenpass

Non è questione di un virus, è questione di potere, recita un cartello, uno dei tanti che spuntano sulle teste che gremiscono la piazza. Solo che questo è in inglese, sorretto da due straniere che consapevolmente fanno da trait d’union tra la manifestazione di Piazza della Signoria a Firenze e le tante che alla stessa ora cominciano in tutte le città più importanti del mondo.

In Italia, la folla dei renitenti al green pass, la nuova stella verde istituita dal governo Draghi per essere cucita a partire dal 5 agosto prossimo sulle giacche di tutti coloro che non si sottopongono alla vaccinazione coatta di stato, si raduna in tutti i capoluoghi di regione e nella maggior parte dei capoluoghi di provincia più importanti.

nogreenpass210724-002Alle 17,30 si riempiono Piazza Fontana a Milano, Piazza del Popolo a Roma, Piazza San Carlo (ed è la seconda volta in pochi giorni) a Torino, Piazza Grande a Bologna, Piazza De Ferrari a Genova, per dirne solo alcune. Si riempie – e non era affatto scontato, visto il torpore civile degli ultimi decenni – anche la storica Piazza della Signoria nel capoluogo della Toscana, che risponde all’appello della protesta antigovernativa ed antivaccinistica anche con manifestazioni a Livorno e Lucca.

Firenze torna a farsi sentire dopo tanto tempo, e lo fa grazie a questo moto di popolo spontaneo che nasce fortunatamente senza la mobilitazione organizzativa di nessun partito politico (qui in Italia come altrove), ma semmai grazie a quella di molti dei comitati che si stanno costituendo un po’ ovunque per reagire legalmente, civilmente ma anche, se occorre, con la presenza fisica che – Francia docet – in questi casi non guasta mai.

Manifestazione non autorizzata, questa come tutte le altre, come tutte quelle che si oppongono veramente. Il funzionario della Questura di turno cerca di ridurre la piazza a quelli che per il Viminale sarebbero gli auspicati più miti consigli, ma gli va male. La gente stavolta la piazza non la cede, e risponde agli argomenti governativi con i propri, peraltro ad un livello di decibel molto più alto.

nogreenpass210724-001Fischieranno le orecchie al premier Draghi, in quei minuti, così come fischiano al sindaco Nardella, più volte schieratosi a sostegno del più trinariciuto e stalinista dei diktat governativi: o ti vaccini o muori, civilmente, ma muori. Esattamente ciò che Draghi ha millantato. Le morti per ora in verità le sta facendo questa sostanza che, così come viene prodotta e testata, in piazza oggi non vuole nessuno, dai ragazzi che reggono i cartelli di protesta agli anziani che li fotografano e li applaudono. Si affaccia solo un attimo Nardella, e la bordata di fischi che riceve lo deve aver consigliato di scegliere l’uscita di Via dei leoni per il suo ritorno a casa stasera.

Ma in fondo si tratta di un personaggio marginale, così come quel Burioni a cui la piazza dedica poche battute: ci ha già pensato il Codacons, denunciandolo, a fare giustizia delle vergognose prese di posizione del virologo da salotto in questi giorni sui social networks, i suoi laboratori di ricerca preferiti. Il vero nemico sta a Roma, nei palazzi governativi, protetto da forze dell’ordine che il casco non se lo tolgono. E da altre istituzioni che sono in semestre bianco ormai da anni.

Giungono invece notizie da Milano di una polizia che si toglie il casco per solidarizzare con i manifestanti. Le foto circolano su internet, e qualcuno coglie anche nei poliziotti a bordo piazza qui a Firenze atteggiamenti di solidarietà. In tutta Italia le manifestazioni si stanno svolgendo peraltro con determinazione pari alla civiltà.

nogreenpass210724-006Alle nostre spalle, ci pensa l’albero morto e incatenato, il capolavoro di arte moderna piazzato dalla Giunta Nardella a due passi dal Biancone, a ricordare qual è la sorte di chi si fa bucare dall’ago anti-Covid. Tra i tanti soldi spesi male dalle nostre istituzioni in questo ultimo anno, ci sono anche questi.

Il tempo vola protestando, ma la sensazione è che il sole stasera tramonti su un’Italia che non è più quella acquiescente che ha subito finora ogni tipo di restrizione e di imposizione. In piazza non ci sono NO VAX (definizione tra le più stupide e odiose coniata da chi ha un quoziente di intelligenza forse inferiore a quello dello stesso Covid), ma soltanto donne e uomini liberi che rifiutano i provvedimenti sempre più illiberali del governo. C’è anche chi ammette di aver fatto il vaccino ma di non volere comunque la schedatura green da parte delle surrettizie polizie segrete del servizio sanitario nazionale. Lo scopo comune è un paese ancora libero, ed una popolazione sana e salva che possa goderselo.

nogreenpass210724-004Mentre torniamo a casa, la radio di bordo ci rimanda il servizio del GR1 sulle manifestazioni. L’ineffabile Simone Zazzera, come altre volte killer di verità e informazione, racconta la manifestazione di Roma così come certi suoi predecessori raccontavano quelle degli anni settanta: a Piazza del Popolo praticamente un raduno di satanisti che offendono la memoria dei 130.000 morti (sic!) per il Covid e che si lasciano guidare da una specie di redivivo Fronte della Gioventù, con tanto di saluto romano. Tra le spese da ridiscutere in vista del risanamento di un bilancio collettivo e individuale dei cittadini c’è anche quella del canone RAI speso malamente per sentirsi raccontare novelle della nonna come quelle dello Zazzera di turno. Non a caso i manifestanti capitolini hanno concluso la loro processione sotto le finestre della televisione di stato, concentrando la loro contestazione su di essa prima ancora che su altre istituzioni.

Domattina, il più importante quotidiano locale della Toscana titolerà: PROTESTE NO VAX MA E’ BOOM DI PRENOTAZIONI (di vaccini, ndr). E’ da mettere nel conto, fa parte di un gioco sempre più sporco, che purtroppo va giocato. Alle regole di chi governa, ma va giocato.

Ma stasera c’è un sole nuovo che tramonta sull’Arno, così come su tutti i fiumi e le piazze d’Italia. Come disse Churchill in un’ora più buia (ma diamo tempo al tempo, ed anche poco, se non ci svegliamo subito): in questa battaglia di civiltà e di sopravvivenza questa non è la fine, né l’inizio della fine.

Ma forse è la fine dell’inizio.

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Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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