Siena

Torna il Palio, torna la vita a Siena

Siena torna a celebrare la sua festa più importante. La terra è tornata in piazza, il Comune ha riaperto i fondachi dove conserva il tufo su cui si corre il Palio e ha trasformato la Piazza del Campo da centro civico, architettonico e turistico in una pista da corsa, un’arena di guerrieri a cavallo.

I cavalli sono stati sorteggiati, e da quel momento fino a quello in cui si corre il Palio, le Contrade diventano comunità in guerra, il potere passa dai magistrati civili, i Priori, al condottiero militare, il Capitano, che ha l’incarico di fare sì che la Contrada torni trionfante nel suo rione. Con ogni mezzo.

Bisogna essere nati a Siena, o comunque aver sangue senese nelle vene per capire queste cose, altrimenti è impossibile. La frenesia assurda e travolgente che prende tutto l’anno, ma soprattutto nei giorni che precedono e seguono la Madonna di Provenzano, il 2 luglio, e la Madonna dell’Assunta, il 16 agosto. Famiglie che si dividono temporaneamente, mariti e mogli che smettono di parlarsi perché di contrade avverse, nemiche in piazza. Padri e figli che si disconoscono. Risse da Far West e botte da orbi che volano per un nonnulla, per il rinfocolarsi di antichi odi e oltraggi o per l’esplodere di più moderni – apparentemente futili – rivalità e screzi.

Cose che succedono solo a Siena. Che soltanto chi nasce dentro le mura può capire, acquistando grazie a quella nascita il diritto automatico all’attribuzione anagrafica di una Contrada tra le diciassette in cui Violante di Baviera divise la città e che da allora si disputano la carriera più famosa del mondo. Unica al mondo.

Lo splendido “cencio” disegnato nel 2019 da Milo Manara

A Siena vige lo jus soli, la terra su cui si nasce, quella della Contrada, determina la propria appartenenza per tutta la tua vita. Una volta si ricorreva addirittura a stratagemmi, qualcuno portava in ospedale, alle Scotte o dove un nuovo bimbo di sangue senese veniva alla luce, la terra della Contrada a cui voleva che il figlio fosse destinato, e la metteva sotto il letto in cui la moglie aveva partorito. Con il nome, gli imponeva anche il suo destino di contradaiolo.

Adesso quel tempo e quell’epopea si sono un po’ stemperate, rese più fantastiche e nello stesso tempo complicate dal sopraggiungere di tempi sempre più moderni e spesso ostili alle tradizioni. Ciò che resta immutato, a prescindere da dove si nasce fisicamente (purché sia a Siena) è la voce del sangue. A Siena vige anche lo jus sanguinis. Il sentirsi parte di quella banda di pazzi che è il popolo di quella città di pazzi dove risiedono le proprie origini ancestrali.

Adesso ci siamo, le prove sono finite. La parola passa alle chiarine suonate dai figuranti del Comune. Ed è il momento in cui il sangue di ogni senese ribolle o si ghiaccia, il cuore perde un battito, salvo poi mettersi a correre come un forsennato. Musica che da tempo ormai immemorabile ferma il respiro a questa città, e unisce il resto del mondo incredulo ma coinvolto nell’aspettativa. Quando suonano le chiarine, i cavalli stanno per entrare in piazza. In poco più di un minuto (tanto dura la corsa), di lì a poco, ci si gioca ogni volta una vita intera ed il senso migliore che essa può avere.

Vi proponiamo oggi due brani, tratti dal Palio e dalla sua storia. Sono i due inni di Siena, e risuonano ogni volta che Siena canta al mondo le ragioni del proprio orgoglio, che il Palio si corra o meno.

Il primo è istituzionale. Squilli la fé, s’armi e vinca l’onore di te dolce fiore, Siena gentil! E’ la marcia del Palio. La suonano e la cantano, come detto, i musicanti del Comune, accompagnandosi con le chiarine, le trombe che chiamavano e chiamano a raccolta il popolo senese.

L’altro è il canto del popolo. Il Canto della Verbena. C’é poco da dire, è solo da ascoltare. L’orgoglio di Siena, lo scorrere più veloce del sangue per chi, come anche il vostro cronista, ha sangue senese nelle vene.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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