Ombre Rosse

Uomini di conseguenza

Nella cultura di provenienza, quella partenopea così brillantemente descritta nelle sue opere (che potremmo definire thriller di costume) da Attilio Veraldi, la locuzione uomo di conseguenza significa persona che sa cavare le gambe, venire fuori dalle situazioni. Non ha di per sé un’accezione positiva né negativa. E’ indicativa e basta. Al lettore il compito di giudicare – se vuole – i personaggi di questa galleria della crisi, che proponiamo peraltro consapevoli dell’aria che tira, e del fatto che non c’é niente di più liberticida e persecutorio dei partiti che si chiamano democratici.

Giuseppe Conte.

GiuseppeConte190831-001L’avevamo etichettato forse un po’ troppo frettolosamente l’ultimo dei grand commis di Stato. Ci costringe a derubricarlo nell’ennesimo piacione di provincia, latin lover all’italiana stile anni cinquanta/sessanta, che crede di poter arrivare dovunque con qualche baciamano e un po’ di furbizia dialettica.

Perfino il gatto in quella foto che ha fatto il giro del web sembra volersi scansare adesso. Sembra dirgli, ma metti giù le mani! L’uomo che probabilmente avrà la fiducia di un Parlamento che non rappresenta più il suo popolo non avrà più la fiducia di un paese che al suo posto ormai voleva solo e soltanto un’urna elettorale.

Dà l’idea di avere l’Europa ai suoi piedi in questo momento. La Merkel sedotta dal bell’Antonio, pardon, Giuseppe, gli fa gli occhi dolci e quando lo vede non capisce più niente. Macron gli dà gran pacche sulle spalle e fa mostra di ritenerlo il compare ideale per andare a far danni (come si dice in gergo, ma del resto due così dove altro possono andare?).

Vedremo, i furbastri in Italia hanno sempre avuto stagioni intense, ma brevi. Chissà che il professorino non debba tornare prima di quanto crede ad insegnare diritto e magari anche etica ai suoi vecchi studenti. In fondo, se Schettino insegna gestione del panico…..

Luigi Di Maio.

LuigiDiMaio190822-001Quando l’ex bibitaro incontra l’ex yogurtharo, l’ex bibitaro è un uomo finito. E’ riuscito (per ora) a far passare una Caporetto per un 25 aprile, ma la Caporetto era la sua, mentre il 25 aprile (altrettanto mistificato nel significato) rischia di essere del PD. Grillo gli ha detto, ribacchettandolo sulle mani, di cercare tecnici per il prossimo governo giallorosso, ma lui gli ha dovuto rispondere che non se ne trovano: sono tutti a casa con il reddito di cittadinanza.

Non fa a tempo a concludere una trattativa con il PD, che lo yogurtharo, Grillo, gli ha già detto una cazzata alle spalle, e siamo punto e a capo. Ha speso più lui di telefono con Bibbona questo mese che l’intero apparato ministeriale in un anno. Fico e Di Battista intanto si divertono a vedere il compagno fighetto, pettinato e incravattato dibattersi tra le uscite di Grillo e i niet del PD, consapevoli che presto – quando ci sarà da tradurre le cazzate del boss in norme vigenti – verrà il loro momento.

E Gigino, che nel frattempo ha tagliato i vitalizi, chissà che si ritroverà a fare…. Al San Paolo i posti da bibitaro ci sta che siano esauriti.

Beppe Grillo.

BeppeGrillo190822-001Come Grande Fratello potevamo scegliercelo decisamente meglio. Yogurtharo era, e magari lo fosse rimasto. Alle vendite della tal marca pare non avesse all’epoca recato nocumento. All’Italia ne sta recando a bizzeffe.

Ma siamo un paese che per settant’anni ha vissuto nel terrore del ritorno dell’Uomo Forte (dotandosi tra l’altro a tale scopo di una Costituzione che almeno nel Titolo che regola il funzionamento degli organi dello Stato è peggio che ridicola), e ci siamo ritrovati nelle mani dell’Uomo Buffo.

Voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno, e intanto per non ritrovarsi ad essere lui il tonno ha buttato l’apriscatole. Qualcuno della sua stessa base vorrebbe poter votare almeno al Festival di Sanremo, a Castrocaro, a Salsomaggiore, dovunque, pur di poter dire quello che ha detto Paragone sbattendo la porta: per fortuna non è un partito, è un movimento, e ancora è possibile recuperare il proprio cervello.

La base superstite purtroppo è l’ala ribellista e vetero-meridionalista, e non c’é da aspettarsi che si stanchi mai dei gesti dell’ombrello e dei vaffa del lider maximo, gli unici che è in grado di capire. Il quale lider maximo non risponde a nessuno e mette ormai bocca in tutto. Almeno Mussolini rendeva conto ad un Gran Consiglio. Questo, nemmeno più a se stesso.

Nicola Zingaretti.

NicolaZingaretti190822-001L’uomo che non deve chiedere MAI. MAI inciuci, MAI con i 5 Stelle (che ricambiavano), MAI con Renzi. Mai dire mai, e peccato che piutosto che a Sean Connery assomigli a suo fratello che fa Montalbano.

E’ un partito di Catarella quello che ha ereditato, insieme ad una legge elettorale che rende impossibile cancellarlo dalla carta geopolitica d’Italia. Da Mattarella a Rosato, la Balena Bianca che ora si chiama PD ha sempre saputo come fare a sfilare la matita copiativa dalle mani dell’elettore, anche e soprattutto quando era più imbestialito.

E allora meglio andare sul sicuro. Zinga voleva andare alle elezioni per levarsi dai piedi i parlamentari renziani, ma il suo partito le elezioni non le ha mai vinte, anche se – salva la parentesi gialloverde – governa da otto anni imperterrito e probabilmente con questa svolta (a confronto della quale quella fatta da Togliatti a Salerno nel 1944 era una bischerata) si appresta a governare per altri otto.

Alla Regione Lazio lo chiamano er sor tentenna, ma appena ha visto l’opportunità c’é piombato sopra come un falco. In fondo, per passare all’eternità, più che alla storia, gli basta far eleggere Prodi Presidente della Repubblica nel 2022. E poi sarà mortadella per tutti.

Sergio Mattarella.

Sergio_Mattarella190822-001Consapevoli che gli ex libertari del PD sono diventati feroci fautori dell’ortodossia e della liturgia della repubblica parlamentare nonché della sacralità delle più alte cariche dello Stato, ci permettiamo di ribadire sommessamente che per fare quello che fa il sig. Presidente bastava il Re d’Italia. E non perché la statura dell’ultimo della dinastia regnante era più o meno la stessa (prima che qualcuno si faccia parte diligente e delatrice nel querelarci, intendiamo quella fisica), ma perché è – l’abbiamo detto e ripetuto – la Costituzione che pone oggi il Quirinale nella stessa posizione in cui lo metteva un secolo fa lo Statuto Albertino.

E’ il Parlamento che è sovrano, non il popolo che lo elegge. Ed è il Presidente che nomina il Governo, mandandolo a cercarsi una maggioranza nelle Camere, non la volontà popolare. Fin qui, i manuali di diritto costituzionale, che è difficile smentire anche se ormai sono ingialliti come mattoni di tufo.

Ma, ci sia sempre concesso far rilevare, c’é modo e modo di stare negli abiti come nelle funzioni pubbliche. E quello di Sergio Mattarella non ci piace. Alla nazione andava spiegato cosa c’era di tanto importante (poteri forti? e che c’era di male a dirlo? sono prassi costituzionale dal 2011….) per tollerare un copione già scritto e mal recitato come quello andato in scena tra l’8 ed il 28 agosto 2019.

E andava almeno spiegato per quale motivo il sig. Presidente non s’é nemmeno affacciato alla porta a dire qual era il risultato finale. Questa non è prassi costituzionaleprerogativa presidenziale, caro Sergio Mattarella. Questa è prima di tutto buona educazione. Nei manuali di diritto non si trova. E come diceva Don Abbondio a proposito del coraggio, chi non ce l’ha non se la può dare.

ginger cat isolatedChiudiamo qui, e come detto lasciamo al lettore – al di là delle nostre chiavi di letturail compito di dare una connotazione positiva o negativa o anche soltanto neutra a quella classificazione che Veraldi faceva delle persone e che secondo noi si attaglia a molta della nostra classe politica, nel suo complesso.

Personalmente, come il gatto accarezzato dal prof. Giuseppe Conte, d’ora in avanti ci premuriamo soprattutto di scansarci.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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