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Far West, fake news

Sono le prime ore del giorno 30 luglio, quando Daisy Osakue viene medicata all’Ospedale Oftalmico di Torino dopo essere stata colpita all’occhio sinistro da un uovo lanciatole da un’auto in corsa, mentre la ragazza sta rientrando a casa a Moncalieri, nell’hinterland torinese dove risiede. La ragazza, nata a Torino da genitori nigeriani, è cittadina italiana e per di più promessa dello sport azzurro. Anzi, qualcosa di più di una promessa, visto che a 22 anni è già primatista italiana nella sua specialità, il lancio del disco, e che si appresta a partecipare agli Europei di Atletica a Berlino nel prossimo mese di agosto con ottime chances di successo.

Gli ingredienti per una nuova caccia alle streghe, anzi, a Salvini, ci sono tutti. Ed infatti il primo getto di benzina sul fuoco non si fa attendere. E’ l’immancabile ed ineffabile Enrico Mentana, direttore del TG7, a lanciare per primo su Istagram il grido antirazzista, ripetendo con improntitudine un cliché a cui aveva già attinto recentemente a proposito della proposta di censimento dei ROM paragonata senza mezzi termini alle Leggi Razziali fasciste del 1938.

Stavolta, l’accostamento che fa dei nomi dei ministri Salvini e Di Maio al clima che si è creato nel paese (sottinteso, ma neanche tanto, per merito loro) è ancora più clamoroso, se possibile. In poche ore, tutto il fronte popolare che occupa e gestisce i mass media italiani da quando il PD ne ha fatto terra di conquista senza scrupoli, si scatena come una grancassa che porta ai quattro angoli del paese la lieta (per loro) notizia: il governo è razzista, abbasso il governo e il clima che ha creato.

Sui social networks e sulle prime pagine dei quotidiani nazionali (a cominciare dalla Repubblica dell’altrettanto immancabile e ineffabile Mario Calabresi) va in mostra la foto del volto tumefatto della povera Daisy Osakue vicino a quello (che nelle intenzioni dei fotografo dovrebbe trasudare malvagità) di Matteo Salvini, con opportune didascalie che spiegano – una volta di più – dove sta il misfatto e dove sta la ragione. Chi è un uomo (nel caso specifico una donna) e chi no.

La dichiarazione ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che ad un certo punto delle indagini arriva ad escludere il movente razziale per l’aggressione passa pressoché sotto silenzio. Non c’é legge sulla stampa che tenga, nessuno pubblicherà smentite sulle pesanti affermazioni fatte a proposito del nostro paese e del nostro governo fin dalle prime luci dell’alba. I Mentana, i Calabresi sono già oltre, sulla prossima notizia, o presunta tale.

Perfino Daisy Osakue, passato lo choc e a mente più fredda, smorza i toni adottando la formula quantomeno dubitativa a proposito di ciò che le è successo. E del resto le indagini davvero si orientano sul gesto di alcuni spostati, che da giorni infestano la zona con queste bravate che francamente, più che le Leggi Razziali invocate come termine di paragone da qualche altro irresponsabile, ricordano analoghe bravate di qualche anno fa, come i famosi lanci di pietre dai cavalcavia autostradali. Il gesto insomma di imbecilli, che hanno fatto già nei giorni scorsi vittime non etichettabili in termini di razzismo, quali un pensionato piemontese e tre donne di razza bianca.

Ma a questo punto la notizia, la news rivelatasi fake magari costruita ad arte, non interessa più a nessuno. Martina ha già indetto la grande manifestazione antirazzista di settembre, personalità dello sport e dello spettacolo si sono già sperticate in post e prese di posizione antirazziste ed anti-italiane («paese medioevale!», tuona la pallavolista Diouf). TG e prime pagine sono già andate in onda o in rotativa.

Qualcuno dei meno indecenti pubblica per dovere superstite di cronaca il resoconto della telefonata dagli Stati Uniti a Daisy Osakue del premier Giuseppe Conte, che con la consueta arte diplomatica riesce in poche battute a dare alla ragazza la solidarietà di un paese intero smorzando nel contempo i toni e mettendo in un angolo gli untori del razzismo.

Ma si tratta di trafiletti, poco più. Lo spettacolo va avanti, oggi si vota il Decreto Dignità, chi ce l’ha con il governo eletto il 4 marzo avrà di che sbizzarrirsi. Tace – e questa è davvero una notizia – il presidente della repubblica. Ma in realtà ha già parlato nei giorni scorsi, quasi se la sentisse arrivare. Dopo il celebre discorso del Far West, il suo appello a non guardare altrove a proposito dei migranti il cui afflusso il governo cerca di limitare e regolamentare, pronunciato con toni da Angelus pontificio, è suonato inevitabilmente come una bacchettata sulle dita dell’Esecutivo di concerto con il quale l’inquilino del Colle dovrebbe far funzionare la macchina istituzionale, anche nella personale visione della Costituzione dimostrata da Sergio Mattarella.

Affinità elettive: Enrico Mentana e Mario Calabresi

Affinità elettive: Enrico Mentana e Mario Calabresi

Dicono a proposito che a settembre, a prescindere dalla manifestazione di Martina che dovrebbe risultare più o meno di impatto (si fa per dire) come quella di Rossi e Nardella a Firenze, i nodi dovrebbero venire al pettine e tutte le forze istituzionali e non che avversano il legittimo governo italiano dovrebbero insorgere approfittando delle contraddizioni della maggioranza fatte esplodere dalla prossima Legge di Stabilità (la finanziaria) e del clima che si è venuto a creare nel paese. Per alimentare il quale c’é da giurare che i Mentana, i Calabresi andranno in vacanze più tardi quest’anno. Punto di riferimento il Quirinale, come già altre volte.

Fantapolitica? Forse. Speriamo. Intanto, solidarietà e auguri a Daisy Osakue ma anche all’Italia. Chi ha tirato quell’uovo, seguito da carta di giornale più o meno straccia, ha preso in pieno volto anche lei, e non è detto che basti un collirio a darle sollievo.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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