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Insieme contro Firenze

Per chi non conosce Firenze, Piazza Ognissanti è un angolo del suo salotto buono. Un luogo da aperitivi per radical chic, tra la haute culture dell’Istituto Francese e la suggestione dell’Hotel Excelsior (tra i 300 e i 1.500 euro a notte), nella splendida e cinematografica cornice del Lungarno Amerigo Vespucci. La sinistra di lotta e non più di governo non si smentisce neanche stavolta, e non si fa mancare nulla per la location della sua ultima manifestazione.

Il titolo dell’evento è Insieme contro il razzismo, l’obbiettivo dei promotori – in primis quell’Enrico Rossi che ormai asserragliato nel suo Castello di Palazzo Sagrati Strozzi (già Palazzo dei Bischeri) attinge a tutto l’armamentario e a tutto l’immaginario della sinistra superstite per trovare ragioni d’essere che prolunghino la sua scadenza fino alla data naturale del 2020 – è quello di sfidare il governo per le strade e nelle piazze, nel mirino il Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

Ad affollare la piazza, centinaia di persone come riportano i media, ed è una stima di quelle che non si sa che tempo possano lasciare, nemmeno quello che trovano, visto che il rassemblement (ci si perdoni il francesismo, ma siamo sotto il consolato francese, e non è un caso) avviene nel cuore di una città che nei giorni scorsi ha visto rinnovarsi tensioni sociali ed interetniche notevoli, in conseguenza dell’omicidio del giovane Duccio Dini da parte di bande rivali ROM scatenate al reciproco inseguimento come in un B movie americano.

E’ una città che tiene fuori dalla piazza, con comprensibili e irriferibili mugugni, il suo mezzo milione di abitanti (hinterland e periferie ultradegradate escluse), e che è stanca di veder mistificare i diritti costituzionali dei cittadini italiani con le salvaguardie concesse a chi di stare nell’ambito della legge proprio non vuole saperne.

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A queste centinaia, i media aggiungono a sommatoria le oltre duemila adesioni giunte online alla lettera con cui Rossi e Nardella, sindaco ormai sempre più pro-tempore di Firenze, hanno promosso nei giorni scorsi la manifestazione. Sindaci da tutta Italia, si riporta, e rappresentanti di istituzioni varie. Presenti, questo è certo, il rettore dell’Ateneo fiorentino Luigi Dei e i rappresentanti dell’Anpi, tra i quali stavolta si registra la presenza di almeno un iscritto nato effettivamente prima del 1945, il partigiano gappista Moreno Cipriani.

Presente in piazza anche l’imam di Firenze e presidente dell’Ucoii, Izzedin Elzir. Nonché un gruppo di ROM che recano lo striscione: Non mi censire, riconoscimi.

Presente, ovviamente, nessuno della famiglia Dini o di altre componenti cittadine i cui diritti sono stati irrimediabilmente lesi in questi anni di diritti garantiti a tutti meno che agli italiani. «Noi siamo antirazzisti perché non vogliamo rinunciare ai nostri principi, non vogliamo rinunciare alla nostra umanità e vogliamo costruire insieme la Toscana del futuro», dice Rossi dal palco. I tre milioni e passa di abitanti della Toscana il proprio futuro lo immaginano già, ed attendono di veder formalizzata a breve la candidatura a governatrice di Susanna Ceccardi, attuale sindaco leghista di Cascina. Nonché di sapere se dovranno attendere o meno la primavera del 2020 per far sapere come la pensano, al di fuori di questa suggestiva piazza, sulla democrazia, sui diritti individuali e collettivi. Su cosa si intende per umanità.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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