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La meglio gioventù

Abbraccio Chiesa - Vlahovic

GENOVA (dal nostro inviato) – Nella ventiquattresima giornata di campionato la Fiorentina affronta allo stadio Luigi Ferrarisdi Genova, la Sampdoria. I viola dopo le battute d’arresto contro la Juve a Torino e l’Atalanta al Franchi, hanno necessità di fare risultato con una diretta concorrente, in quanto entrambe le squadre si trovano nella zona bassa della classifica.

Sugli spalti presenti 20.284 spettatori, dal capoluogo toscano più di mille supporters, posizionati nel settore ospiti. Prima della gara consueto saluto e giro di campo del presidente Rosso Commisso, del figlio Joseph, del direttore generale Joe Barone. La Fiorentina in completo verde in onore del quartiere di San Giovanni. Si parte con il modulo del 3-5-2, Dragowski tra i pali, Milenkovic, Caceres, Pezzella (cap.), Lirola, Duncan (all’esordio in maglia viola), Badelj, Castrovilli, Dalbert, Vlahovic, Chiesa.

Parte bene la squadra di casa nei primi minuti, ma all’ottavo da un cross verso il centro di Vlahovic, tocco sfortunato in area di Thorsby e palla che entra in rete, viola in vantaggio su autorete. I blucerchiati cercano di recuperare, ma al sedicesimo tocco di mano in area di Ramirez, l’arbitro Irrati dopo il consulto al Var indica il dischetto per la massima punizione. Si porta sugli undici metri Vlahovic che realizza il raddoppio, momenti di tensione per l’esultanza sotto la curva doriana del serbo che sarà ammonito insieme al terzino Murru, intervenuto sull’attaccante viola.

Rigore Vlahovic

Rigore Vlahovic

La gara è ostica e nervosa, spesso interrotta da falli, sanzionata da diversi cartellini gialli. Alla mezz’ora errore di Colley, solo davanti al portiere Dragowski, che sbaglia e permette il recupero della difesa, Badelj, dopo aver perso palla, costretto a fare fallo viene ammonito. Al trentottesimo gomitata in area di Murru su Pezzella (il secondo colpo della gara al volto per il capitano), ancora il consulto del Var, che decreta rigore e l’espulsione del blucerchiato. Si porta sul dischetto Chiesa che realizza il terzo gol per gli ospiti.

Nei minuti finali azioni a ripetizioni: Quagliarella sbaglia a porta vuota e manda alto, Badelj viene espulso per doppia ammonizione (fallo inutile a centrocampo, ingenuo il croato nell’occasione), Dragowski salva la porta su un colpo di testa di Tonelli, il Var che valuta i vari contatti in area e si prosegue, l’ennesimo errore di Colley che davanti la porta manda alto.

Rigore Chiesa

Rigore Chiesa

Si va all’intervallo con un primo tempo concitato e pieno di episodi, un’autorete, tre goal, due rigori, due ammonizioni. Nella seconda frazione i padroni di casa non si arrendono, il portiere polacco salva su Quagliarella. Ma sono in pressing anche i gigliati, con Chiesa che centra il palo a porta vuota. Ancora in avanti la Fiorentina, dalla sinistra Dalbert si porta in area e calcia verso la porta, il portiere Audero para ma non trattiene, pronto con un tap in Vlahovic che realizza la sua doppietta personale, per il 4 a 0 dei viola.

I ragazzi di Iachini amministrano la gara, anche se nelle ripartenze sono sempre pericolosi, al sessantaduesimo secondo legno per Chiesa con un gran destro da fuori area. Il primo cambio degli ospiti è Pulgar al posto di Castrovilli. Si sospende la gara per qualche secondo per pochi fumogeni in campo. Il secondo cambio é Benassi al posto di Duncan.

Al settantottesimo, azione travolgente dei viola, con Lirola che salta due avversari e serve Chiesa che dal limite dell’area con un gran destro realizza la sua doppietta personale. All’ottantunesimo il classe ’97 lascia il posto a Ghezzal. Nei minuti finali ennesima ripartenza di Lirola, grande prestazione dello spagnolo, che sembra rinvigorito, dall’arrivo di mister Iachini. Al novantesimo gol della bandiera dei doriani con un colpo di testa di Gabbiadini.

Un risultato roboante che prima della gara nessuno avrebbe immaginato, che porta tranquillità e punti d’oro per una classifica diventata davvero pericolosa. Un buon passo avanti dettato da situazioni favorevoli, che hanno indirizzato la gara in discesa, ma anche buoni segnali per affrontare le prossime sfide con meno apprensione da risultato.

Abbraccio Chiesa - Vlahovic

Abbraccio Chiesa – Vlahovic

Una bella risposta arrivata da tutta la squadra, una prestazione concreta, dove i diversi reparti hanno interagito e dato lo stesso supporto l’uno all’altro. La difesa attenta, dal portiere Dragowski che si oppone con vari interventi, gli anticipi di Milenkovic, l’esperienza di Caceres e di Pezzella (che provoca il secondo rigore e l’espulsione), un’ ottima prova per il centrocampo, buona la prima per il ghanese Duncan, sulla fascia destra Lirola a tutto campo, con le incursioni in avanti, (buono spunto per il compagno Chiesa per il quinto gol) ma anche in copertura, dalla parte opposta in evidenza Dalbert che propizia il quarto gol, ancora belle giocate di qualità per il ventitreenne  Castrovilli,  unica nota negativa Badelj con la sua espulsione.

I riflettori e i complimenti sono tutti per i due giovani protagonisti Vlahovic e Chiesa, il reparto messo in discussione, finalmente determinante non solo per le doppiette realizzate ma per la grinta e il carattere da veterani messe in campo. Le sei reti realizzate di Vlahovic nel suo primo anno nella massima serie sono un ottimo biglietto da visita. Qualche critica (compresa quella del mister) è arrivata per il giovane Dusan per l’esultanza sotto la curva avversaria, anche se giustificata in quanto rappresenta il suo modo di esultare, smorzata con la maturità del ragazzo con le scuse nel post gara. Lo spettacolo del gol è stato impreziosito dalla doppietta del compagno di reparto, Federico Chiesa, un talento che sta ritornando ai suoi livelli, con la qualità che lo ha contraddistinto classe, grinta, forza e gol importanti, un predestinato anche in chiave nazionale. Il feeling e l’entusiasmo dei giovani attaccanti potrà diventare l’arma vincente e dare maggiore convinzione al resto della squadra, con la speranza che la meglio gioventù possa diventare la base per costruire la Fiorentina del futuro.

Autore

Patrizia Iannicelli

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