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L’Italia “manovra” verso il sereno

Giuseppe Conte e Giovanni Tria

Paese commissariato, sottomesso, ridicolizzato. La politica (di opposizione) e la stampa si scatenano stamattina per svilire la conclusione della trattativa Italia – UE per l’approvazione della manovra finanziaria senza avvio di procedura di infrazione. Mentre Giuseppe Conte annuncia l’ennesimo successo portato a casa dal suo governo (l’avvio della politica economica innovativa dei gialloverdi senza lo scontro con l’Europa, o quello che ne resta), il coro degli scontenti e dei malevoli si leva alto e possente come quello di una tragedia greca.

Certo, hanno tutti una voce stentorea i corifei, anche se ormai sono sempre meno. I sondaggi confermano un 60% di gradimento degli italiani per l’area governativa. Se poi vai ad intervistare Mario Monti e Matteo Renzi è chiaro che ti dipingono un quadro della situazione ridicolo o ridicolizzante. Un po’ meno ti aspetteresti la stessa cosa da Giorgia Meloni, Guido Crosetto, Antonio Tajani e tutti coloro che insomma non ti eri finora abituato a sentir parlare come quelli del PD.

Fatti loro. La voce di chi da ieri sera comincia ad intravvedere uno spicchio di futuro un po’ meno fosco, un po’ più sereno, quella non la ascolta nessuno, anche se nel paese è maggioranza indiscussa. Non viene invitata nei salotti buoni televisivi, non ha trecento microfoni sotto il naso a raccogliere dichiarazioni. Microfoni tutti fra l’altro finanziati dal denaro pubblico e stipendiati da testate ancora bene o male controllate da sinistre di lotta e non più di governo.

A questo bailamme da centro sociale, Matteo Salvini preferisce la recita natalizia della figlia a scuola. Anche Luigi Di Maio ha altro da fare, sicuramente di più costruttivo che dare retta a casinisti dell’opposizione o addirittura della propria parte, come Roberto Fico. Basta – si fa per dire, averne avuti anche in passato….. – il valore aggiunto a questo governo dal premier Giuseppe Conte ad annunciare la lieta novella. Molto rumore per nulla, l’Europa ha armi spuntate contro questa manovra italiana. Il 2,04 è beffardo e irrisorio per Bruxelles, non per Roma.

In serata lo spettacolo di arte varia si ripete sul global compact. Chi ha voluto capire ha capito, e si è astenuto. Chi ha scelto di mettersi in un angolo (dispiace, ripetiamo, per l’unica persona intelligente del mazzo, Giorgia Meloni), faccia pure.

Sarà un natale con un briciolo in più di aspettativa per le famiglie italiane. Per chi invece preferisce la faccia da Gremlin di Mario Monti o quella da Rificolona di Matteo Renzi, de gustibus….

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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