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Nubifragio Viola

CAGLIARI (Dal nostro inviato) – Nel lunch match della dodicesima giornata la Fiorentina è di scena alla Sardegna Arena contro il Cagliari, in completo bianco in onore del quartiere di Santo Spirito. Le condizioni climatiche non sono ottimali, ma la pioggia incessante fin dalle prime ore della giornata non mette a rischio la gara. Sugli spalti sono presenti 16.316 spettatori, nel settore ospiti dal capoluogo toscano circa 350 tifosi viola, diversi anche in tribuna. Nella squadra gigliata recuperano dagli infortuni Lirola e Caceres, gli undici titolari partono con il 3-5-2, Dragowski tra i pali, Milenkovic, Pezzella (cap.), Caceres, Lirola, Badelj, Castrovilli, Dalbert, Chiesa, Vlahovic.

I padroni di casa in forcing dai primi minuti, il primo tiro goal è dell’ex di turno Simeone che manda fuori. Gli ospiti non trovano spazi, pochi recuperi a centrocampo, mai vicini alla porta avversaria. Grandissima emozione al tredicesimo minuto, quando si ferma la gara per omaggiare la memoria di Davide Astori. Sul tabellone la sua immagine in un cuore tra gli stemmi di Cagliari e della Fiorentina, tutti gli spettatori in piedi con un lunghissimo applauso e cori prolungati.

Pochi minuti dopo il Cagliari passa in vantaggio, assist di Nainggolan e goal di Rog, la difesa viola ferma consente al centrocampista rossoblu di trovarsi di fronte al portiere polacco che non può far altro che vedere entrare dalla sinistra il pallone in rete. Il Var conferma la posizione regolare del croato. I padroni di casa continuano a pressare, Dragowski respinge corto un destro di Simeone, provvidenziale il recupero di Milenkovic.

I sardi incontenibili mettono a dura prova la retroguardia viola che sbaglia anche i passaggi più semplici. Il raddoppio arriva al ventiseiesimo con Pisacane, corner dalla destra e colpo di testa del difensore centrale. Alla mezz’ora arriva come consueto il gol dell’ex, un tiro dalla destra di Naiggolan, palla respinta da Dragowski che non trattiene, ancora il belga recupera e serve il compagno Simeone che di tacco porta a tre le reti dei sardi.

Un tracollo totale il primo tempo dei viola, mai scesi in campo e in balia della grinta degli avversari. Alla ripresa il primo cambio tra i gigliati esce Lirola per Sottil. Nel frattempo si abbatte sulla Sardegna Arena un forte vento e un violento temporale. Al cinquantaquattresimo, ancora un contropiede dei sardi con Nainggolan che sotto porta serve Joao Pedro, il brasiliano con un destro colpisce il palo e la palla entra in rete.

I viola senza idee, incapaci di trovare una minima reazione, con il pubblico di casa che sottolinea la debacle con gli olè ad ogni passaggio dei loro giocatori. Al sessantacinquesimo arriva la quinta rete da parte del trascinatore della gara, un goal capolavoro di Nainggolan, che con un destro da 25 metri, batte Dragowski.

Cagliari Calcio v ACF Fiorentina - Serie A

La commozione del Cholito

Il Cagliari continua a dare spettacolo, la Fiorentina irriconoscibile. Il secondo cambio è l’ingresso di Benassi al posto di Castrovilli, esce poco dopo anche Chiesa per l’ingresso di Ghezzal. Al settantacinquesimo dal fondo Dalbert crossa per Vlahovic al centro dell’area, il serbo con il sinistro realizza il goal della bandiera. Nei minuti finali ancora Vlahovic in gol, Dalbert dalla sinistra per il compagno che con un sinistro realizza la sua doppietta personale.

Dopo due minuti di recupero termina la peggiore prestazione dei viola dall’inizio di stagione. Un risultato pesante e umiliante ma che racchiude quello visto in campo da parte dei viola, mai in partita con un atteggiamento mentale incomprensibile. Da settembre parliamo di squadra in costruzione, di giovani che hanno bisogno di crescere, di comprensione per i possibili errori, ma in questa gara la delusione è totale e non risparmia nessuno, neanche coloro che hanno più esperienza.

Un tracollo totale che non può essere giustificato ne considerando il gap tecnico (il Cagliari ha una buona squadra costruita per fare un tranquillo campionato), ne la giovane età, ma che si valuta per l’atteggiamento rinunciatario e per la mancanza di una minima reazione. Una pessima giornata iniziata male e finita nel peggiore dei modi, con i primi processi verso il mister e una campagna acquisti carente.

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Una disfatta che non risparmia nessun giocatore, dalla difesa il principale reparto sotto accusa, prova insufficiente per tutti, (compresi Pezzella rientrato dopo la squalifica, Caceres dall’infortunio), al centrocampo sovrastato dagli avversari, mai propositivo per l’attacco, in avanti prova incolore di Chiesa, da un campione ci si aspetta anche la giocata personale. L’unica nota lieta nel grigio della giornata la doppietta del serbo Dusan Vlahovic, classe 2000, che da titolare trova i primi goal in serie A. Un nubifragio viola che serva da lezione per riflettere e capire come sia potuto accadere, ma soprattutto per lavorare affinché l’anno di transizione non sia un altro fallimento, ma diventi una base importante per il futuro.

Autore

Patrizia Iannicelli

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