Fiorentina

Pesante sconfitta nell’ultima gara a S. Siro

Giovanni Simeone, una delle poche note positive tra le scelte di Stefano Pioli a San Siro

MILANO (dal nostro inviato) – Nella trentottesima giornata di campionato, quella che chiude la stagione, la Fiorentina affronta il Milan, con l’unico obiettivo rimasto quello di blindare l’ottavo posto, per entrare nella griglia principale della Coppa Italia. In tribuna anche il patron Diego Della Valle. Anche al Meazza il tributo a Davide Astori prima della gara con un lungo applauso.

Tutti i bambini che accompagnano i giocatori, con la maglia numero 13 viola ed anche rossonera, in ricordo degli inizi di carriera dello scomparso capitano. I viola in completo azzurro in onore del quartiere di S. Croce. La formazione inedita, sia per gli infortuni di Laurini e Badelj, ma anche per la squalifica di Veretout, scende in campo con il modulo 4-3-2-1, Sportiello tra i pali, Milenkovic, Pezzella, Hugo (al suo rientro dopo l’infortunio), Biraghi, Dabo, Cristoforo, Benassi, Chiesa, Saponara, Simeone.

Nella prima fase di gioco le squadre si studiano a centrocampo, ma sono i viola che soffrono le incursioni degli avversari quando si portano verso la porta. Al ventesimo Dabo recupera una palla e serve Chiesa che con un perfetto assist serve Simeone, che dalla destra realizza il vantaggio dei viola. Pochi minuti e i rossoneri conquistano una punizione dal limite, si porta sul pallone Calhanoglu che porta sul pari la gara. Errore di posizione del portiere gigliato Sportiello.

Al ventottesimo mister Pioli costretto al primo cambio, esce Hugo per Maxi Olivera che si posiziona al centro della difesa che diventa a tre con Milenkovic e Pezzella. Prima dell’intervallo una disattenzione della difesa viene sfruttata al meglio da Cutrone che porta in vantaggio i padroni di casa.

Ad inizio ripresa, gli ultimi due cambi a disposizione per Pioli, esce Sportiello e Pezzella per Dragowski e Bruno Gaspar. Al quarto minuto ancora il Milan aumenta il vantaggio con l’ex di turno Kalinic, che approfitta di una respinta corta del portiere polacco e di una difesa distratta. I viola a corto di idee e sempre in ritardo non riescono ad evitare le incursioni avversarie, e al quattordicesimo subiscono la quarta rete con Cutrone.

Al giovane attaccante pochi minuti dopo viene annullato un altro goal per fuorigioco. Alla mezz’ora la quinta rete da parte di Bonaventura che sancisce una delle peggiori prestazioni dei viola del campionato, un secondo tempo inguardabile, un passivo umiliante. L’ultimo quarto d’ora più i due minuti di recupero, una totale agonia.

Il "cucchiaio" di Simeone a Donnarumma

Il cucchiaio di Simeone a Donnarumma

La Fiorentina termina all’ottavo posto come lo scorso anno, ma con tre punti in meno. La disfatta è totale e non risparmia nessuno dei giocatori, dai portieri alla difesa, al centrocampo, una brutta figura di una squadra rinunciataria in balia degli avversari, che non può essere giustificata con le scelte dovute ad infortuni e squalifiche. Le solite note liete dai figli d’arte, Chiesa che almeno nell’impegno fa la sua parte, bello l’assist per il compagno Simeone che raggiunge quota 14 goal, la linea verde dalla quale costruire il futuro della Fiorentina.

Resta il rammarico di aver buttato una strepitosa rimonta, con sei vittorie consecutive negli ultimi 180 minuti, che poteva portare ad un risultato impensabile, prima di una tragedia che poteva lasciare il segno. La pesante sconfitta non arriva solo per mancanza di concentrazione e fiato, ma ha radici lontane che ci portano alla costruzione di una squadra avvenuta negli ultimi giorni di mercato, un organico che ha mostrato almeno nelle riserve diversi limiti tecnici.

In un anno considerato di transizione, partito senza obiettivi, resta il merito di un gruppo diventato squadra in un momento di grande difficoltà, che ha trovato la forza per reagire, ha ricompattato l’ambiente con un grande spirito di appartenenza, ha regalato emozioni onorando la memoria del capitano scomparso. Archiviata una stagione particolare, non resta che aspettare che i vertici societari possano migliorare e intervenire con rinforzi mirati, mantenendo quella base per ritornare in ben altre posizioni e riconquistare l’Europa.

Autore

Patrizia Iannicelli

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