Fiorentina

Rallenta la corsa verso l’Europa

Archiviata l’amara sconfitta della prima semifinale di Coppa Italia, la Fiorentina nella ventottesima giornata di campionato, al Franchi con il fischio d’inizio alle 15.00, affronta il Verona.

Buona l’affluenza di pubblico, con 23.941 spettatori, anche per i prezzi popolari effettuati dalla società, esaurito il settore ospiti con più di 1000 veronesi, altrettanti negli altri settori per lo storico gemellaggio tra le due tifoserie.

Durante l’inno della squadra, con le due formazioni in campo, la Curva Fiesole omaggia il compianto Davide Astori a quattro anni dalla sua scomparsa (4 marzo 2018) con lo stesso striscione realizzato e mostrato nella prima gara senza il capitano, con i simboli dei quattro quartieri e al centro la scritta DA13. I primi cori sono per l’indimenticato giocatore, poi il solito scambio delle curve che inneggiano da una parte Verona e dall’altra Firenze.

Molti ex tra le due squadre, da mister Italiano, ai giocatori Ceccherini, Simeone e Amrabat. I viola partono con il consueto modulo del 4-3-3, ancora una formazione inedita, Odriozola fermo per infortunio, Bonaventura per squalifica, gli undici di partenza sono: Terracciano tra i pali, Venuti, Milenkovic, Igor, Biraghi (cap.), Castrovilli, Torreira, Maleh, Ikonè, Piatek, Saponara.

Primi minuti con le due squadre corte e attente in difesa, pochi spunti offensivi. Al nono minuto dalla destra, il primo affondo di Ikonè che crossa verso il centro, il tiro viene respinto da Gunter ma pronto l’attaccante Piatek a trovare il colpo vincente per il vantaggio dei padroni di casa. Solita esultanza del pistolero per il polacco.

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Dopo pochi minuti i viola mostrano difficoltà a contrastare gli avversari, incerti a centrocampo. Al 18esimo fallo in area di Milenkovic su Lasagna, l’arbitro di turno Manganiello indica il dischetto. Dagli undici metri si porta Caprari che ristabilisce la parità di reti. Dopo il pari, i viola non riescono a trovare spazi, sono gli ospiti più propositivi e pericolosi sotto porta.

Alla mezz’ora viene esposto uno striscione di sostegno (a fine gara sarà consegnato al giocatore, ndr) di un gruppo della Curva Fiesole nei confronti di Lorenzo Venuti, protagonista suo malgrado, dello sfortunato auto goal contro la Juve, al suo indirizzo anche un coro. Termina il primo tempo con i gigliati carenti di idee e gioco con diversi errori dei singoli.

Nella ripresa triplice sostituzione, fuori Saponara, Ikonè e Maleh, per Sottil, Callejon, Duncan. I gigliati ritrovano grinta e carattere, si creano diverse occasioni, manca l’ultimo passaggio risolutivo. Al 57esimo un assedio davanti il portiere scaligero, cross di Callejon per Torreira, il centrocampista davanti la porta manda in alto il pallone, poi è la volta di Piatek su cross di Biraghi che manda al lato dello specchio.

Al 70esimo esce Piatek per Gonzalez, mister Italiano preferisce un esterno come falso nove. Al limite dell’area una punizione battuta da Callejon è ribattuta dal portiere con la difesa ospite che spazza fuori, ennesima chance. L’ultima sostituzione Amrabat al posto di Torreira.

Gli ultimi minuti concitati e di nervosismo, battibecco accesso tra Gonzalez e Faraoni, interviene l’arbitro a calmare gli animi, subito dopo mister Italiano è ammonito per proteste su un fallo non ravvisato ai danni di Duncan al limite dell’area. Dopo aver concesso tre minuti di recupero il triplice fischio finale.

Un pari che rispecchia l’andamento dell’incontro, la prima parte di marca giallo blu, la Fiorentina spenta e contratta nel proporre, dal lato destro le maggiori difficoltà in difesa, costretta a subire una maggiore aggressività degli avversari, che hanno sfiorato spesso il raddoppio. Nella ripresa anche con il cambio degli esterni inseriti, la squadra di casa mostra brillantezza nel creare occasioni, in alcuni casi arrembanti davanti la porta, ma con la solita difficoltà nel concretizzare le azioni avute.

ACF Fiorentina v Hellas Verona FC - Serie A

Nella prova dei reparti, la difesa identifica il mach con la prova dei singoli, in affanno nella prima parte Venuti, Biraghi e Milenkovic, alla distanza si riscattano come tutto il resto del gruppo, sufficiente la prova di Igor, a centrocampo stesso copione in chiaro scuro, Castrovilli in ombra come tutta la mediana nel primo tempo, nella ripresa si inserisce e trova spazi, Torreira il migliore tra i suoi, Duncan entra con un ottimo impatto a gara in corso.

Deludono gli esterni,  impreciso Ikonè, anche se il cross per il goal parte dai suoi piedi, meno brillante, a fine gara mister Italiano, parla di problemi all’adduttore per il francese, Saponara una giornata negativa, non si nota nella manovra, i subentrati Callejon, Sottil, Gonzalez portano altro ritmo e un buon apporto. Un discorso a parte per Piatek che realizza la sesta rete in viola, con una marcatura stretta e pochi palloni avuti, sempre pronto in area, peccato per il secondo goal mancato di poco, in attesa dell’attaccante di ruolo Cabral, che deve recuperare fisicamente (post gara mister Italiano), un attaccante di razza.

Un pari che rallenta la corsa in Europa, con le romane che recuperano qualche punto, i veneti che restano alla stessa distanza, la classifica invariata con l’ottava posizione. Dopo una settimana vissuta intensamente (con la Juve notevole lo stress mentale e fisico prima, un contraccolpo psicologico per la sconfitta dopo), la Fiorentina è proiettata verso la sfida della prossima domenica, contro il Bologna al Franchi, il fattore campo e la spinta del pubblico un ulteriore motivo per tornare alla vittoria.

Autore

Patrizia Iannicelli

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