Fiorentina

Sabatino come Bati, meravigliose ragazze

Alla fine è come dice mister Cincotta. Si sente perfino nel silenzio del lontano e ovviamente deserto stadio di Praga. Firenze esplode quando Daniela Sabatino la mette dentro, togliendo dallo stomaco di una squadra, di una società, di una città il peso del macigno che stava per seppellirle. Due match giocati con il cuore, andata al Franchi e ritorno allo Sportovni Klub, che stavano per qualificare lo Slavia, beffando chi aveva osato e giocato di più.

Prima di lui, aveva retto il microfono proprio lei, Daniela, la bomber per la quale ormai non ci sono aggettivi.  Parole semplici, ma efficaci: non è stata una bella partita, ma è stata una grande partita. Di quelle che cancellano il passato e aprono il futuro.

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Antonio Cincotta

Match che fanno crescere, aggiungiamo noi. La Fiorentina è una squadra completamente nuova, dice ancora Cincotta azzerando i paragoni con il passato recente, per quanto glorioso, con le altre due precedenti qualificazioni ai sedicesimi di Champion’s , nel 2017 e 2018. Il mister si toglie finalmente quel sassolino dalla scarpa entratogli il giorno del sorteggio. Tutt’altro che benevolo, lo Slavia è settimo nel ranking europeo, e da ben sette stagioni non mancava la qualificazione agli ottavi di Champion’s. L’impresa delle ragazze viola è dunque di valore assoluto. Lo Sportovni come Wembley, e peccato che non c’era pubblico ad assistere.

Cresce dunque la giovane Fiorentina, ed acquisisce certezze. Il campionato è in salita, ma quando gioca senza pensieri, senza nulla da perdere, questa squadra mostra di avere grandi numeri, finora solo intravisti. E soprattutto, di avere una Sabatino sulla quale puoi sempre e comunque contare. La fuoriclasse molisana commuove quasi quando dice che stanotte potrà finalmente dormire serena, dopo le due notti in bianco seguite al rigore sbagliato nel derby con l’Empoli. Perfezionismo, appunto, da fuoriclasse. L’arma migliore di una squadra viola che di armi piano piano ne sta tirando fuori diverse.

Come quella Abigail Kim che a Praga ha fatto uno show a base di esuberanza atletica e di pregevolezza tecnica tipiche del calcio da cui proviene. La liberiana naturalizzata statunitense ha avuto un’occasione clamorosa per sbloccare subito la partita e risparmiarci l’agonia finale, e ha poi continuato rubando e difendendo palloni e creando occasioni per le avversarie.

Daniela Sabatino e Tatiana Bonetti

Daniela Sabatino e Tatiana Bonetti

Il trio d’attacco Kim-Sabatino-Bonetti mostra di essere in prospettiva letale, a proposito di armi. Di Tatiana parliamo alla fine, anche se va detto subito che rispetto ai giorni di settembre in cui sembrava anche lei ormai lontana da Firenze, in procinto di raggiungere in Spagna le colleghe già partite, è una giocatrice completamente rinata, e rimotivata.

Le ragazze partono dal 2-2 dell’andata, e devono segnare almeno un gol senza prenderne per passare il turno. Nel primo tempo si contano cinque occasioni viola che più nette non si può, oltre ad un rigore anch’esso abbastanza netto non concesso dalla signora arbitro Olofsson. All’intervallo, le viola possono recriminare a più non posso. La malasorte anche oggi sembra essere il dodicesimo avversario.

Ma non si tirano indietro e riattaccano nella ripresa con la stessa determinazione, anche se adesso lo Slavia ha realizzato che potrebbe non essere la sua giornata, e si mette indietro a ramazzare palloni e gambe delle avversarie. Al 90° si contano comunque altre due occasioni nette per le fiorentine e solo una per le più quotate avversarie.

DanielaSabatino201217-003Cinque minuti di recupero, cinque minuti per restare aggrappati a qualcosa di più di un sogno. Quando al 94° la Bonetti va a battere un calcio di punizione sulla tre quarti sinistra dell’attacco fiorentino, sul display delle menti di tutti, giocatrici e tifosi, campeggia la scritta luminosa: ora o mai più. Il sinistro di Tatiana è quello dei giorni migliori, quello che ricorda tanto Manuel Rui Costa. Va a pescare, in quella tonnara che ormai è l’area praghese, la testa che non tradisce. Quella della Sabatino, che lascia a terra la marcatrice e salta quanto basta per dirigere il pallone con precisione chirurgica nell’angolino dove la portiera Sladka non può arrivare se non con la punta delle dita.

Sempre in tema di paragoni, a chi assomiglia Sabatino segnando questo gol non ve lo diciamo. Ricorda un Fiorentina – Juventus maschile del 1998. La gioia successiva è altrettanto grande, la panchina viola diventa una bolgia ingovernabile, e la signora Olofsson ha il suo da fare per rimandare fuori dal campo chi non ci deve stare e far giocare gli ultimi secondi. Piangono le ceche, che già assaporavano l’ottava qualificazione. Ridono e ballano le fiorentine, mentre Cincotta ai microfoni della TV lotta con se stesso per mantenere l’equilibrio necessario ad un condottiero che sa di essere ancora soltanto al principio della strada.

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E che sia una lunga strada, e di meritata soddisfazione. Quello intanto che si sente in sottofondo è l’urlo di Firenze. Quella Firenze che ormai segue con la stessa passione sia i portacolori maschi che quelli femmine. Quella che non ha dimenticato il 2017, e vuole tornare prima o poi a ballare con le sue giocatrici, per festeggiare qualche vittoria importante.

Intanto, la Fiorentina va avanti in Champion’s, ed è l’unica rappresentante del calcio italiano rimasta. Scusate se è poco.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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