«Sciogliamo le Camere, per un mondo migliore», cantava diversi anni fa un ispiratissimo Corrado Guzzanti.
Voilà, le Camere sono sciolte, finalmente. Mattarella ha firmato il sospirato decreto, Gentiloni ha confermato la data del 4 marzo per il voto. Che possa essere, il prossimo, un mondo – ed una legislatura – migliore, è auspicabile. Ed anche probabile.
Quella che si chiude adesso è stata sicuramente la peggiore della storia dell’Italia repubblicana. Non per nulla era la diciassettesima, poi vai a non credere alle superstizioni. Più che altro è stata la legislatura in cui finalmente il Partito Democratico ha potuto mostrare tutto se stesso, al suo meglio (leggasi peggio).
E’ stata la legislatura delle leggi inutili, perché già esistenti (delitto di genere, antifascismo, per dirne solo due). E’ stata la legislatura delle leggi dannose (Jobs Act, riforma della Costituzione). E’ stata la legislatura delle cretinate (il ministro donna si chiama ministra, il presidente é diventato presidenta, e meno male che non si legge ancora di nessuna giudicia).
E’ stata la legislatura in cui il PD e quegli uomini e partiti di conseguenza (*) che hanno lasciato il campo della destra per fargli da sgabelli hanno tentato il colpo di mano che avrebbe ipotecato irrimediabilmente il nostro futuro, introducendo quello Jus Soli che non solo è completamente estraneo alla nostra tradizione giuridica ma che avrebbe reso il nostro territorio nazionale ed il nostro ordinamento stesso un colabrodo, consentendo accesso e permanenza illimitati – absit iniuria verbis – a cani e porci. Non se ne farà di nulla, ma c’é mancato veramente un pelo, e comunque il rischio di ritrovarci ad essere il Califfato più a nord del mondo non è ancora scongiurato.
Nei prossimi due mesi assisteremo al consueto spettacolo di arte varia degli Apparatčik (così venivano definiti in Unione Sovietica burocrati e uomini di regime del partito comunista) del PD che tenteranno o di condizionare il futuro alla stregua di come fece il loro esponente più prestigioso Sergio Mattarella, quando nel 1993 con la legge elettorale che porta il suo nome vanificò uno dei più clamorosi pronunciamenti popolari, quello a favore del sistema maggioritario. O comunque di riposizionarsi saltando in qualche agenzia o ente costruiti ad hoc.
Qui in Toscana siamo stati laboratorio di tante cose ed in tante epoche. Lo saremo anche di questo fuggi fuggi. E’ di ieri la notizia che la seconda pista dell’Aeroporto di Peretola ha avuto il visto del Ministero competente sotto forma di valutazione di impatto ambientale positiva. Quella che il compianto Paolo Villaggio nelle vesti di Fantozzi avrebbe definito una cagata pazzesca va dunque avanti, ci sono interessi economici da soddisfare e poltrone su cui far sedere sederi in fuga. Delle facce non parliamo, tanto le hanno presenti tutti ormai.
L’importante è che il 4 marzo se ne ricordino gli elettori.
(*) Uomo di conseguenza è una citazione tratta dal titolo di una celebre opera di Attilio Veraldi
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