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Un pari che vale una vittoria

La gara dell’anno, quella che viene segnata sul proprio calendario al sorteggio del campionato, quella che ha un significato particolare, per la rivalità tre le tifoserie, per gli avversari più forti che dominano in Italia da otto anni, la Juventus, si affronta alla terza giornata. La settimana che precede il match in città non si parla d’altro, i ricordi piacevoli con le forti emozioni che ognuno porta nei propri ricordi, gli striscioni e gli sfottò ironici, le tante polemiche scaturite da dichiarazioni, i torti arbitrali, da sempre hanno caratterizzato una partita che non sarà mai come le altre.

Il cambio di proprietà, con l’arrivo di Rocco Commisso e Joe Barone il braccio destro, ha riportato un entusiasmo che non si vedeva da anni. La corsa al tagliando per la gara fin dalle prime ore della vendita, la testimonianza di aver ritrovato quello spirito di appartenenza ai propri colori con la voglia di esserci. L’orario incomprensibile delle 15.00 nel primo anticipo di sabato, con una temperatura torrida in un giorno lavorativo, è l’ennesimo scempio del calcio televisivo, a discapito del gioco e dei tifosi.

Nonostante le difficoltà affrontate, in zona stadio, già nelle prime ore della mattina, un pullulare di voci, di sciarpe, di bandiere, molti arrivati da fuori provincia e regione. Due ore prima del fischio, sono posizionati molti dei presenti nei vari settori, quasi al completo la Curva Fiesole e la Maratona, tifosi con il compito di seguire le indicazioni per la coreografia, un colpo d’effetto all’ingresso delle squadre. Migliaia di bandierine bianche rosse e viola, con la scritta Firenzeal centro della Curva Fiesole, uno spettacolo straordinario. La presenza di 40.312 spettatori, con il dato ufficiale di 28.026 abbonati (terzi nella classifica, dietro solo ad Inter e Milan), un record degli ultimi vent’anni.

La squadra in campo con otto giocatori diversi rispetto alla scorsa stagione, dei quali sette arrivati in questa sessione di mercato, completamente rinnovata. Il mister Montella parte e sorprende con il modulo del 3-5-2, difesa a tre con due esterni pronti a dare mano ai difensori, nessuna punta di riferimento. Dragowski tra i pali, Caceres, Pezzella (cap), Milenkovic, Dalbert, Badelj, Pulgar, Lirola, Castrovilli trequartista, Ribery, Chiesa.

Nella prima frazione di tempo da annotare un passaggio sbagliato di Szczesny il portiere polacco bianconero che arriva a Chiesa, il rimpallo esce di poco fuori. I viola in pressing sugli ospiti in difficoltà. Due buone occasioni di Ribery, una termina in angolo. Allora mezz’ora pausa per il cooling break, il caldo al Franchi opprimente.

A fine tempo ancora i viola in avanti Ribery per Dalbert, il tiro del brasiliano viene deviato in angolo dal portiere. Tre i minuti di recupero, prima dell’intervallo. Nella seconda frazione di tempo solita gara con i viola che continuano a pressare, occasione sprecata da Castrovilli dopo un ottimo cross dalla destra di Chiesa.

.......stavolta continua in Maratona!

…….stavolta continua in Maratona!

Apoteosi tra i presenti per una giocata di Ribery che ferma con classe un contropiede di Ronaldo. Ancora Chiesa con una bella azione e il sinistro che il portiere devia in corner. Al settantesimo standing ovation del Franchi all’uscita di Ribery, beniamino della Fiesole che gli intona il fenomeno. Al suo posto entra Boateng tra gli applausi.

Ritmi più bassi, qualche incursione della Juve, provvidenziale l’anticipo del centrale argentino Pezzella su Ronaldo. Il secondo cambio per problemi fisici, esce Pezzella per l’ingresso di Ceccherini, il neo entrato su un retro passaggio al portiere rischia su Higuain. Nei minuti finali l’ultimo cambio, ancora applausi e seconda standing ovation per Castrovilli, in campo entra Zurkowski.

Nei minuti di recupero l’arbitro di turno Irrati ferma il gioco mentre dalla squadra viola partiva un contropiede, il mister Montella viene ammonito per proteste. L’ultimo tiro è del ghanese Boateng che termina sul fondo. Un pari che vale quanto una vittoria per la prestazione vista in campo, con la Fiorentina superiore in ogni reparto.

La squadra viola inizia a trovare una sua compattezza, si notano le idee e la mentalità di gioco dell’allenatore ( la rosa completa solo alla vigilia della gara, tra nazionali e nuovi arrivi). Ci vorrà ancora tempo (come hanno chiesto il Ds Pradè e lo stesso mister) per assemblare un gruppo appena creato, per recuperare del tutto la condizione fisica, così da avere una squadra competitiva. Buona la prova del gruppo, per grinta carattere e cuore, ma anche dei singoli, dalla difesa con Milenkovic che neutralizza Ronaldo, con la buona prova dell’esordiente Caceres, a Pezzella appena rientrato dalla Nazionale ma sempre attento.

Buoni spunti arrivano anche dal centrocampo, Pulgar (in evidenza già nelle gare precedenti), ha una buona intesa con Badelj che sta trovando la sua forma migliore. Chiesa non al meglio fisicamente,un autentico lottatore. I migliori della gara e gli elogi vanno ad un campione autentico, Ribery, che gioca a tutto campo, che delizia con le sue giocate, che recupera un contropiede su Ronaldo, che si è calato nella nuova squadra con impegno e umiltà, un esempio di un giocatore con classe e personalità. A fine gara la corsa verso la Fiesole con il lancio della maglia e con una sciarpa che raccoglie dagli spalti e si mette al collo, una delle immagini più belle della gara.

Montella, primo punto e primi consensi

Montella, primo punto e primi consensi

L’altro protagonista del match il giovane pugliese Castrovilli, alla sua terza gara nella massima serie, un titolare del centrocampo di Montella che dopo pochi allenamenti ha creduto nelle sue doti, i suoi dribbling e le giocate a testa alta, la classe da veterano, anche se deve migliorare in fase conclusiva.

Un plauso particolare e dovuto va alla tifoseria, che ancora una volta realizza una coreografia spettacolare, a dimostrazione di quanto sia immensa la passione per la maglia viola. Nello stesso tempo con grande prova di maturità non cade nelle provocazioni sui cori dell’Heysel, e soprattutto durante il giro di campo degli arroganti dirigenti bianconeri. Una giornata da ricordare e conservare, in campo e fuori, quasi come una vittoria.

Autore

Patrizia Iannicelli

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