Fiorentina

Una Fiorentina double face

Serse Cosmi

Nella ventunesima giornata di campionato, i viola sono di scena al Franchi, nell’anticipo delle sabato alle 18.00 contro il fanalino di coda Genoa. La città si sveglia con la triste notizia della morte del grande Narciso Parigi, voce storica dell’inno della Fiorentina, (Canzone Viola conosciuta anche come Garrisca al vento) che da decenni (1956) risuona e accompagna l’ingresso in campo della squadra della città del giglio.

Simbolo della fiorentinità in Italia e nel mondo, cantante e attore, amato e celebrato da diverse generazioni, con lui scompare un pezzo di storia viola, anche se la sua voce e le canzoni lo renderanno eterno. La squadra lo omaggia con un minuto di silenzio e il lutto al braccio.

All’ingresso delle squadre momento di forte emozione al Franchi quando echeggia l’inno cantato a squarciagola da tutti i presenti in piedi, con la sua immagine sul tabellone. La Fiesole sottolinea il legame con l’artista con un lungo striscione: il tuo inno verrà tramandato per generazioni…il tuo ricordo sarà vivo per sempre! Ciao Narciso.

Sugli spalti sono presenti 32.903 spettatori, con la quota abbonati che sale a 29.041, dopo le ultime tessere circa 1000, emesse per il girone di ritorno. La formazione ufficiale parte con il consueto modulo del 3-5-2, Dragowski, Milenkovic, Pezzella (cap), Caceres, Lirola, Benassi, Pulgar, Castrovilli, Venuti, Chiesa, Cutrone.

Primi minuti arrembanti dei padroni di casa, Castrovilli per Lirola che passa al centro per Chiesa, che spreca. Poi è Lirola che non aggancia in area un perfetto cross di Cutrone. Al nono su calcio d’angolo colpo di testa di Milenkovic che si ferma sulla traversa con portiere battuto.

La Fiorentina padrona del campo, e in attacco, costringe la retroguardia ospite a lavoro intenso, che si salva in corner. Al quattordicesimo dalla parte opposta Favilli viene ostacolato e messo a terra da Pezzella, l’arbitro Orsato che ha permesso diversi falli degli ospiti sui giocatori viola, ammonisce l’argentino e decreta il calcio di rigore.

Si porta sugli undici metri Criscito che calcia verso il centro, Dragowski con i piedi neutralizza e salva porta e squadra. Il capitano dei grifoni, ex azzurro, al primo errore in carriera. Dopo lo scampato pericolo, i viola sembrano rallentare, fasi di gioco di confusione, gli ospiti hanno un maggiore possesso palla.

Il rigore parato da Dragowski a Criscito

Le poche occasioni si sprecano da una parte all’altra con diversi falli che interrompono il gioco. Al trentottesimo giallo pesante per  Milenkovic per intervento su Favili, il serbo diffidato salterà la prossima gara contro la Juventus. Dopo un minuto di recupero si va all’intervallo.

Nella seconda frazione di gioco la prima azione goal dei padroni di casa viene impostata da Lirola  per Cutrone, che manda di poco fuori. Al cinquantanovesimo primo cambio, esce Cutrone per Vlahovic che non cambia l’assetto tattico. Al sessantacinquesimo esce per problemi fisici Castrovilli, al suo posto Eysseric. Il francese con un sinistro impegna il portiere Perin, che si ripete subito dopo su un traversone di Pulgar.

Poi è la volta di Chiesa che in contropiede impegna il numero uno avversario, che evita il gol e chiude lo specchio a Vlahovic. L’ultimo cambio dei viola è l’ingresso di Maxi Olivera, rientrato dal prestito in Paraguay, per Venuti. Nella parte finale molti errori dei viola, super Dragowski evita il peggio, su un incredibile errore di Milenkovic che rischia un autogol, poi ancora protagonista il portiere polacco che si supera su Biraschi, e sul finire del tempo su Pinamonti entrato dalla panchina, si esalta con un autentico miracolo.

Dopo sei minuti di recupero, con l’ammonizione per Caceres, che salterà per squalifica la Juve, il triplice fischio finale. Un pari a reti inviolate che ferma la corsa delle vittorie consecutive, anche se muove la classifica, e mantiene l’imbattibilità dall’arrivo di Iachini. Una gara a double face, un inizio entusiasmante, giocato a ritmo elevato, per ritornare lentamente a cali fisici con la squadra spenta, timida e impacciata, di qualche settimana fa.

Partiti con carattere e determinazione e un buon approccio alla gara (che aveva chiesto mister Iachini prima del match), aggressivi e propositivi  per portarsi in vantaggio, impacciati e in confusione dopo il rigore neutralizzato dal portiere. L’uscita del talento Castrovilli, un fulcro del centrocampo  è pesata parecchio, ed ha evidenziato quanto necessitano rinforzi adeguati nel reparto di mediana.

Anche Il reparto difensivo ha mostrato limiti e incertezze, dalle ingenuità di veterani come Milenkovic e Caceres, che portano alle conseguenti squalifiche, agli errori di Pezzella,  il capitano rischia di far soccombere la squadra non solo nell’episodio del rigore ma anche in passaggi sbagliati e nei contrasti persi con gli avversari.  Si salva, e non poteva essere altrimenti, il portiere polacco Dragowski con una prestazione superlativa, con le sue prodezze diventa il protagonista assoluto e il migliore in campo.

In avanti continuano i progressi, e a tratti si è visto il migliore Chiesa, anche se non è stato risolutivo nell’ultimo passaggio, ancora da ricercare l’intesa con Cutrone, il neo acquisto con una buona prova si mette a disposizione dei compagni, cosi come Vlahovic che entra subito in gara, offre buone giocate e dribbling in area avversaria.

La Fiorentina ora è attesa da una settimana intensa e impegnativa, il turno di Coppa Italia a Milano contro l’Inter, proibitiva sulla carta, che potrebbe diventare un obiettivo reale e importante della stagione, la chiusura del mercato di riparazione con rinforzi mirati, la gara contro la rivale di sempre e capolista Juventus. Un tour de force di squadra e dirigenti per alzare il livello tecnico e le ambizioni attuali.

Autore

Patrizia Iannicelli

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