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Ay Carmela

Novembre 1936, repubblicani catturati dalle truppe nazionaliste

Novembre 1936, repubblicani catturati dalle truppe nazionaliste

Il 19 giugno 2014 re Juan Carlos primero di Borbone abdica al trono di Spagna in favore del figlio Felipe. E’ la fine di una lunga storia, e l’inizio forse di un’altra. La Spagna di oggi, nel bene e nel male, è un paese completamente diverso da quello che ha attraversato il diciannovesimo e ventesimo secolo rimanendo per gran parte di essi tagliata fuori dalla storia d’Europa.

Ci aveva provato Napoleone a coinvolgerla, alla sua maniera, approfittando di una crisi dinastica interna ai Borbone spagnoli e mettendo di forza sul trono di Madrid il fratello Giuseppe Bonaparte. Era il 1808, Napoleone dopo Austerlitz era il padrone del continente (il primo ministro inglese William Pitt aveva detto sarcasticamente al figlio che nei suoi studi poteva mettere da parte la mappa dell’Europa perché per lungo tempo non sarebbe servita più a niente).

Eppure, malgrado il torpore dei secoli della decadenza, gli spagnoli furono i primi a scuotersi con un certo successo contro quel nuovo padrone che sembrava fino a quel momento non avere nessuno in grado di contrastarlo. Furono loro a dar vita ad una rivolta popolare che per la prima volta gli storici hanno rubricato come Resistenza, e i combattenti che militavano a favore di questa per la prima volta sono stati chiamati partigiani.

spagna190619-001Passata la bufera napoleonica, la Spagna tornò – con rinnovato orgoglio – a vivere per conto proprio, mentre l’Europa metteva in fila guerre e tragedie fino agli anni trenta del ventesimo secolo. Nel folklore popolare iberico rimase la ballata dei partisanos che avevano combattuto Bonaparte, e che un giorno sarebbe tornata di nuovo tristemente di attualità. Alla metà degli anni trenta, infatti, Spagna ed Europa si incontrarono di nuovo. Nel 1936 il Fronte Popolare spagnolo di Manuel Azaña aveva vinto le elezioni repubblicane, così come quello di Leon Blum le aveva vinte in Francia. In un’Europa che andava a destra, la giovane democrazia spagnola aveva basi meno solide di quella francese per sopravvivere. Contro le sinistre al governo, in estate si era sollevato l’esercito guidato da Francisco Franco. E la lotta politica nella penisola iberica era diventata guerra civile.

Da una parte, quella del caudillo golpista, si schierarono i fascisti e loro simpatizzanti di tutta Europa. Dall’altra, quella dei legittimisti, gli antifascisti. La Guerra di Spagna fu negli anni trenta quello che la Guerra del Vietnam sarebbe stata negli anni sessanta: uno spartiacque ideologico. Al flusso di volontari che individualmente andavano ad ingrossare le file delle due forze in campo, si aggiunsero presto il governo nazista tedesco e fascista italiano da una parte, e quello sovietico dall’altra. La guerra civile diventò guerra internazionale, anche se non ufficialmente, e fu la prova generale della seconda guerra mondiale.

Juan Carlos I di Borbone

Juan Carlos I di Borbone

Fu l’occasione tra l’altro per risentire cantare da parte dei repubblicani la vecchia marcia partigiana del 1808. Conosciuta come El paso del Ebro, El ejercito del Ebro, Viva la Quince Brigada!, noi la conosciamo soprattutto come Ay Carmela.

Come andò a finire, è storia. Nel 1939 il franchismo trionfante sospese qualunque garanzia costituzionale nel paese, e lo stesso caudillo si nominò reggente della corona, in attesa di restituirla un giorno ai legittimi sovrani Borbone. Juan Carlos crebbe così, come principe in perenne attesa di ereditare la corona del nonno Alfonso XIII, morto in esilio a Roma dove lui stesso era nato nel 1938.

Ma quel momento arrivò soltanto il 20 novembre 1975, allorché Francisco Franco passò a miglior vita. Due giorni dopo Juan Carlos venne proclamato re di Spagna, e lo è rimasto per quasi quarant’anni, consegnando alla fine al figlio una Spagna dal volto completamente restaurato, al pari della democrazia.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

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