Musica

Enola gay (OMD)

Erano gli anni in cui le band avevano nomi lunghi come i titoli dei film di Lina Wertmuller. Erano i primi anni ottanta, un momento di profondo rinnovamento nel rock, e di band ne spuntavano come funghi.

Loro erano inglesi, si chiamavano Orchestral Manoeuvres in the Dark, e la loro prima uscita fu – al pari dell’evento storico a cui si ispirava – più una deflagrazione che un lancio discografico. Scritta nel 1980 e per tutto il 1981 stabilmente nelle zone altre della classifica USA e UK, Enola Gay fu un incontenibile tormentone radiofonico e discotecaro. Il classico esordio con il botto da parte di una formazione che poi non avrebbe più saputo ripetersi, almeno non a quei livelli.

O.M.D.

O.M.D.

Il ritmo travolgente, la nuova sonorità che dette origine ad un genere musicale, il synth pop, il testo che strizzava tutti e due gli occhi al pacifismo ed all’antimilitarismo fecero sì che il brano scritto da Andy McCluskey, il frontman delle Manovre Orchestrali nell’Oscurità, restasse nella mente e nel cuore a tutti, ma proprio tutti.

E come aveva fatto la bomba atomica ad Hiroshima, il sintetizzatore conquistò (in modo assai meno cruento) il futuro, facendo sì che dopo la sua comparsa nella musica niente fosse più lo stesso. Gli OMD sopravvissero di poco al loro enorme successo. Ma intanto avevano fatto la storia, come Little Boy.

Autore

Simone Borri

Simone Borri è nato a Firenze, è laureato in scienze politiche, indirizzo storico. Tra le sue passioni la Fiorentina, di cui è tifoso da sempre, la storia, la politica, la letteratura, il cinema.

Lascia un commento