Matteo Renzi dice senza mezzi termini che questo governo non andrà oltre il 2024. Anche se la premier è una Capricorno, testa dura per definizione.
Giorgia Meloni ha festeggiato ieri i suoi primi 46 anni, da presidente del consiglio. La luna di miele del suo esecutivo con l’opinione pubblica è già finita, se mai è cominciata. I problemi sono i soliti, quelli stessi che lei elencava a gran voce da leader dell’opposizione, ma sono semmai peggiorati. Le Accise sulla benzina che, se tolte, manderebbero a gambe all’aria il bilancio dello stato, perché troppi ormai sono i redditi e le rendite che vi gravano sopra e vi fanno irrinunciabile affidamento. La guerra d’Etiopia ancora produce sostentamento per qualcuno o qualcosa. La benzina il cui prezzo ormai è instabile e ingovernabile per definizione (belli gli anni felici del CIP, il Comitato Interministeriale Prezzi, e delle partecipazioni statali che controllavano e calmieravano tutto) e comunque tendente alle stelle un giorno sì e quell’altro pure. I fondi europei che restano in Europa e i patti di stabilità che ormai sono ancora più ingombranti per chi li malediceva dai banchi dell’opposizione e ora li subisce su quelli del governo. L’economia italiana che non torna a correre, perché i suoi difetti ormai sono troppo strutturali, e di fronte ad essi un governo vale l’altro.
Servono audacia e coraggio, dice lei ringraziando il web per gli auguri ricevuti (ne ha bisogno più che mai). Di sicuro la femmina del Capricorno ne possiede in quantità, ma basteranno?
Intanto la satira non la molla, è di questi giorni un manifesto dissacrante dello street artist Ozmo, al secolo Gionata Gesi, che ha tappezzato Milano e dintorni con il ritratto impietoso di una premier intenta a fare benzina ad un SUV, indossando canotta trucida e sfoggiando generoso decolletèe, shorts minimalisti, sorrisetto da furbetta, look complessivo da trucida de borgata. Molto bura, come dicono a Roma. Colpisce volutamente il SUV, simbolo ormai consolidato suo malgrado di tutto quanto ci sta odioso non solo sulla strada ma nella società in cui viviamo in generale. Colpisce anche, oltre al look trash della signora presidentessa anche la didascalia: a chi sta facendo il pieno? volutamente tendenziosa.
Colpisce il fatto incontestabile che l’Italia si conferma il paese d’Europa dove benzina e gasolio costano di più. Per la speculazione dei gestori, sostiene il governo. Per il ricarico di tasse, sostiene ormai mezzo mondo, le Accise intoccabili appunto, che non hanno pari nell’eurozona. Abbia ragione Renzi o no, sulle pompe di benzina (che ricordano sempre più le colt 45 dei film western e delle sfide all’OK Corral) si gioca uno dei duelli più letali per il destino dell’esecutivo Meloni.
E di questo paese, tanto per cambiare. I prezzi del carburante che stazionano ormai stabilmente nei paraggi dei due euro al litro rendono la vita difficile a buona parte della popolazione italiana. Quella che, piaccia o no, non guida SUV, appunto.
Puozz’esse Accise…….. diceva il cantante.
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